Immagini che straziano il cuore quelle riportate dalle diverse località italiane che, tra la Sicilia, la Sardegna, la Calabria e le altre regioni del nostro Paese, hanno visto sterminate intere popolazioni di animali a causa degli incendi. Pecore e mucche provenienti dalle zone agricole, cani legati alle abitazioni di campagna, cavalli, polli che hanno perso la vita tra le fiamme e senza una via di scampo. Ma a queste creature si aggiungono, lepri, scoiattoli, cervi, caprioli, volpi, ghiri e anche uccelli di diverse specie, tartarughe, salamandre e lucertole dei boschi.
Secondo una prima stima sarebbero oltre 20 milioni solo gli animali selvatici che hanno perso la vita durante gli incendi. Accerchiati dalle fiamme, intossicati dal fumo, disorientati e inermi gli animali non hanno trovato fuga alla morte; una strage dalle proporzioni indescrivibili che deriva dal clima ma soprattutto dalla mano insensata e malevola di qualche uomo.
Le stime degli animali uccisi dagli incendi
Il responsabile fauna di Legambiente, Antonino Morabito, ha elaborato per LaPresse una prima stima; sulla base dei decessi per ettaro, il numero degli animali selvatici morti negli incendi oscilla tra i 20 e i 24 milioni. I più colpiti i mammiferi, ma anche gli uccelli che nidificano negli arbusti come la capinera; circa 4 milioni tra gli anfibi: rana italica, tritoni, salamandre e 15 milioni le vittime tra i rettili.
Commenta Morabito: “L’ecocidio è tanto più grave quanto più è ampio il fronte dell’incendio e alto il numero degli habitat coinvolti come nel caso delle foreste vetuste. E soprattutto quando vengono accesi più focolai contemporaneamente e gli animali si ritrovano senza nessuna via di fuga, accerchiati prima dal fumo poi dalle fiamme“. Una sorte condivisa per gli animali di allevamento e le creature selvatiche che intacca inevitabilmente la biodiversità e gli equilibri negli ecosistemi. Una strage incontenibile che si accompagna alla perdita di ettari di foreste polmoni del mondo.
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