Arriva dall’Italia e si tratta di una scoperta che aggiunge una nuova specie alla biodiversità presente nel Paese; una ricerca, guidata dall’Università di Parma, ha permesso di venire a conoscenza di una formica dal comportamento insolito e diversa dalle altre presenti in natura. I ricercatori hanno descritto l’animale come una nuova specie di formiche arboricole. Il coordinatore dello studio, il professor Donato A. Grasso, ha coinvolto nel lavoro, non solo l’Ateneo parmense, ma anche il Centre for Ecological Research di Vàcràtòt in Ungheria e l’Università di Bologna.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Zoological Journal of the Linnean Society; la stessa rivista scientifica nella quale, nel 1858, Charles R. Darwin e Alfred R. Wallace pubblicarono per la prima volta la teoria evolutiva per selezione naturale. Non si è trattato di un lavoro semplice, ma grazie ad un approccio tassonomico integrato (che ha combinato elementi: etologici, morfologici, ecologici, genetici e biogeografici) si è potuta definire una nuova specie di formica denominata Colobopis Imitans.
Osservando comportamenti insoliti e mai riscontrati in altri esemplari, gli studiosi hanno potuto definire la nuova specie. Il nome ‘imitans‘, attribuito alla formica, indica proprio un tratto singolare del suo comportamento; ovvero la tendenza e la capacità di imitare un’altra specie di formica presente nello stesso territorio, la Crematogaster scutellaris. Una strana tecnica di difesa che la porta a restare immobile, piuttosto che fuggire, e a mimetizzarsi con l’ambiente circostante, ha reso la formica unica e di una specie nuova e definita.
Accurate indagini dei pattern cromatici e delle caratteristiche anatomiche hanno definito le peculiarità della Colobopis Imitans; le sue caratteristiche uniche hanno permesso di individuare inoltre i principali luoghi di appartenenza: Penisola Iberica, Maghreb e Sicilia. La ricerca ha permesso di allargare il ventaglio della biodiversità conosciuta in Italia; questo potrebbe fornire anche la possibilità, partendo dalla formiche, di poter individuare i driver evolutivi anche di altre specie animali. Una scoperta che crea nuova luce e getta nuove basi per importanti studi scientifici sulla biodiversità.
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