Le mangiatoie per uccelli creano dipendenza da cibo artificiale? Due studi a confronto

Il mistero delle mangiatoie per uccelli: creano dipendenza da cibo artificiale? A questo interrogativo la scienza fornisce risposte differenti. Secondo uno studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B, ad esempio, questo comportamento potrebbe creare problemi agli uccelli, perché i pennuti (soprattutto la Cyanistes Caeruleus) userebbero le mangiatoie per ricavare la maggior parte del proprio nutrimento, questo a discapito di fonti naturali. Tuttavia un ulteriore ricerca confuterebbe le teorie elaborate dallo studio precedente.

Il nuovo studio pubblicato su Journal Avian Biology, analizza il comportamento di una specie di Cincia. Gli esperti tengono a tranquillizzare tutti sulla funzione non negativa delle mangiatoie; quest’ultime sono diventate una vera e propria industria negli ultimi anni. Esistono circa 50 milioni di famiglie che, solo negli Usa, offrono cibo agli uccelli che frequentano il loro giardino. Ma qualcuno teme che l’eccessiva generosità possa creare dipendenza negli animali, ma anche facilitare la trasmissione di malattie e persino modificare i percorsi migratori di alcuni volatili. L’Università dell’Oregon ha cercato di smentire tutte queste preoccupazioni.

Le mangiatoie e la dipendenza

Il team di ricercatori dell’Università dell’Oregon ha simulato condizioni che portassero le Cince d’America ad avere più bisogno di cibo; l’idea è stata quella di creare situazioni in cui gli uccelli dovessero sprecare più energie. L’ipotesi era che, messi in queste condizioni, i pennuti si sarebbero diretti verso le mangiatoie, perché più facili da raggiungere. Ma tuttavia, nonostante gli animali avessero difficoltà a volare, non si sono recati verso quella fonte di cibo “sicura”, ma anzi hanno ridotto le loro visite alle mangiatoie, forse per timore di essere predati. Di conseguenza, gli scienziati hanno ipotizzato che, seppur in condizioni estreme, gli uccelli non creano dipendenza dal cibo artificiale. Tuttavia gli scienziati preferiscono non generalizzare; ogni volatile, infatti, potrebbe avere una reazione diversa rispetto alle condizioni a cui viene sottoposto.

LEGGI ANCHE: Farmaci umani per i pets: nuovi aggiornamenti sul Decreto Benessere Animali

Impostazioni privacy