Differenza tra capra e pecora: sono meno simili di quanto si possa pensare

Capra e pecora sono entrambe mammiferi domestici ruminanti, ma le differenze fra i due animali sono molte di più, rispetto a quanto si possa pensare. Benché si tratti animali che erbivori con un manto, apparentemente simile, queste due creature differiscono sia per genere quanto per aspetto fisico. La prima diversità è legata alle loro corna: cave e più lunghe nelle capre, a spirale nelle pecore; inoltre i maschi delle prime possiedono la barba assente nelle seconde.

La capra e il cashmere

La capra come la pecora è un ruminante domestico, ma appartiene alla famiglia dei Bovidi e al genere Capra; si tratta di uno dei primi animali addomesticati dall’uomo. Le corna delle capra si sporgono verso l’alto, all’indietro e verso l’esterno. Il maschio della capra è chiamato becco o caprone e si nota per la caratteristica peluria sotto il mento (la barba). In genere il pelo di questi animali non è lanoso come quello della pecora, tuttavia in certe zone, dai climi più freddi, possono essere ricoperte da una peluria più soffice e isolante, oltre ad uno strato di lana più ruvida. La peluria di queste specie di capre è utilizzata per produrre il cashmere. Infine il latte di questi animali è meno grasso rispetto a quello delle pecore e contiene poco lattosio.

Capra e pecora differenze

Anche la pecora come la capra è un animale addomesticato dall’uomo in epoca antichissima; benché si tratti di un mammifero ruminante, essa appartiene alla famiglia dei Bovidi e al genere Ovis. Nelle pecore le corna sono presenti, in genere, solo nel maschio (con alcune eccezioni per certe razze); il mantello, chiamato vello, è formato da peli sottili e increspati (chiamati borra) e da altri peli più lunghi e duri (detti giarra). La lana di questi animali si caratterizza per un odore intenso derivato dalla lanolina, un grasso che rende impermeabile il pelo delle pecore. Il maschio si chiama ariete o montone, mentre i piccoli (fino ad un anno d’età) si chiamano agnelli. La lana, che si ottiene dalla tosatura del vello delle pecore, è utilizzata come fibra tessile per la produzione di diversi indumenti, ma anche per l’imbottitura di cuscini e materassi. Il latte della pecora, infine, rispetto a quello delle capre, è più grasso.

Francesca Perrone

Cultura, Ambiente & Pets Messinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura. Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.

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