L‘orso è uno tra gli animali che, tra la metà e la fine di novembre, va in letargo. A volte però il risveglio non avviene sempre in primavera; a stabilire, infatti, il momento in cui il grosso predatore si desta dal suo sonno sono diversi fattori. Il clima, senza dubbio, influisce più di ogni altro, ma è bene sfatare alcuni miti sul letargo. Infatti, a differenza di quanto si possa pensare, non si tratta di un sonno profondo o uno stato di catalessi, ma di un periodo nel quale l’animale attua una sorta di “risparmio energetico” in cui gli orsi si riposano.
In genere, il periodo in cui l’orso si sveglia dal letargo coincide con l’arrivo della primavera; tuttavia negli ultimi anni si è riscontrato un anticipo di risvegli a causa del cambiamento climatico. Lo scorso 2020, anno in cui si è registrato uno degli inverni più caldi della storia d’Europa, alcuni orsi si sono svegliati all’inizio di marzo, con ben un mese di anticipo. A “costringere” molti animali a cercare un rifugio in cui passare i mesi freddi è la scarsità di cibo nei periodi a basse temperature; tuttavia il letargo è uno stato di quiescenza in cui l’animale potrebbe svolgere “alcune attività”.
Come avviene il risveglio dell’orso in letargo
Il corpo rimane praticamente immobile per non sprecare energie, il cuore rallenta i battiti, la temperatura del corpo si abbassa da 37 a 31 gradi. Tuttavia, essendo un sonno leggero, gli orsi in letargo possono anche svegliarsi per diversi motivi. Durante il sonno, alcuni animali possono svegliarsi e poi riaddormentarsi; pare, secondo quanto afferma anche Focus, che alcune femmine di orso possano addirittura partorire durante il letargo. Ma solo con l’arrivo della bella stagione e il rialzo delle temperature questi mammiferi si risvegliano totalmente dal loro stato di torpore invernale. Gli orsi, a differenza di altre specie, anche se hanno perso peso non subiscono danni a livello muscolare; appena svegli, questi predatori, abbandonano la tana quasi subito e riprendono nell’immediato le loro abitudini.