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Come addomesticare una gazza ladra: abituarla a posarsi sul braccio e ad avere fiducia

La gazza ladra, un uccello noto per i suoi colori (bianco e nero) e le zampe lunghe, ma soprattutto per la sua “attrazione” verso gli oggetti luccicanti. Benché non rientri propriamente tra gli uccelli domestici, esistono delle tecniche per poter rendere questo volatile un animale da compagnia; o comunque renderlo predisposto a stabilire un certo legame di fiducia con un essere umano.

Conosciuta anche come Pica Pica e Pica Nuttali, la gazza ladra è un volatile vicino alla famiglia dei corvi. Nonostante il suo piumaggio, dai colori ben definiti, esistono varietà di questa specie dalla colorazione gialla e con riflessi iridescenti. Si tratta di animali estremamente intelligenti, persino in grado di utilizzare oggetti per procurarsi il cibo. È un uccello stanziale, vive a lungo nello stesso posto, dal quale osserva il territorio circostante. Animale molto curioso, appare spesso predisposto al contatto con l’uomo. Tuttavia, prima di pensare di addomesticarla è importante tenere presenti alcuni assunti di base.

Regole per addomesticare una gazza ladra

Prima di decidere di adottare uno di questi esemplari è importante sapere che la detenzione forzata della gazza è illegale; si tratta infatti di un animale appartenente alla fauna autoctona e protetta dalla legge. Proprio per questo motivo è indispensabile certificare la presenza in gabbia documentando la nascita in cattività, con incartamenti rilasciati dal C.I.T.E.S. Se nata in cattività, è opportuno allevarla all’interno di una grande voliera che comprenda una parte di albero dove possa appollaiarsi. Affinché la gazza ladra si affezioni, però, è bene educarla e curarla sin da piccola. Insegnarle a volare, facendola scivolare lentamente ad un’altezza di massimo 30 cm e mostrarsi una presenza costante nelle sue giornate. Quando sarà stabilito un rapporto di fiducia, la gazza potrebbe posarsi sul braccio dell’uomo che l’ha addomesticata; affinché questo avvenga, è importante stimolarla sempre con delle piccole ricompense in cibo. Per il bene dell’animale, è giusto non costringerla alla detenzione, ma semmai abituarla a tornare nel giardino o nel balcone della persona con la quale ha stabilito un legame. Sono animali liberi e la loro natura dovrebbe rimanere selvatica.

Francesca Perrone

Cultura, Ambiente & Pets Messinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura. Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.

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