Addestrare un gatto sembra un compito assolutamente impossibile da assolvere; eppure, con molta pazienza, pare sia possibile insegnare al felino alcuni comandi di base. Rispetto ai cani, i mici appaiono più indipendenti; tuttavia sono dotati della medesima intelligenza dei quattro zampe e, grazie a questo, sono in grado di imparare alcune abitudini o comportamenti richiesti dal proprietario e utili alla convivenza con le persone, ma, a volte, anche con altri animali.
Come insegnare al gatto seguire il richiamo
Educare un gatto presuppone l’utilizzo di tecniche che, in qualche modo, possono essere paragonate a quelle adoperate per i cani; tuttavia le modalità e i tempi possono variare di gran lunga. Per prima cosa, quando si decide di addestrare un gatto è bene munirsi sempre di un premio in cibo; il rinforzo positivo è infatti un’ottima tecnica affinché l’animale si senta stimolato a compiere con successo una determinata azione. Meglio iniziare l’addestramento quando il gatto è digiuno, a quel punto tenere in mano uno dei suoi bocconcini preferiti e pronunciare il suo nome associato al comando “Vieni“; continuare a ripetere l’esercizio aumentando sempre la distanza, finché il gatto non seguirà il richiamo del suo proprietario anche da un’altra stanza.
“Seduto”
Dopo che il gatto avrà collegato il rinforzo positivo ad un’azione corretta, si può procedere con l’insegnamento di altri comandi. Per insegnargli a sedersi, ad esempio, basta lasciare che il gatto annusi lo snack e poi alzare la mano fino a che l’animale non dovrà alzare la testa e quindi sedersi; a quel punto pronunciare il comando “seduto” e poi premiare il micio. Importante, scegliere il momento della giornata nel quale il micio è particolarmente attivo; inoltre, sarebbe opportuno dedicare circa 5 minuti, due volte al giorno, all’addestramento: altrimenti l’animale potrebbe stressarsi o annoiarsi. Bisogna ricordare che la pazienza è il primo, fondamentale, punto di partenza; ma, con i loro tempi, i gatti sapranno regalare tante soddisfazioni.