La scoperta è stata fatta presso l’isola di Lady Elliot, nello Stato del Queensland, in Australia; protagonista dell’avvistamento una piccola tartaruga albina. Ad accorgersi della presenza del rarissimo esemplare un’osservatrice della Grande Barriera Corallina, intenta nel suo lavoro. Jessica Buckman, avrebbe poi rivelato al Guardian i dettagli della sua scoperta, spiegando di aver aiutato l’animale appena nato. Il cucciolo si trovava, pare, in serie difficoltà: sia per scavare nella sabbia, sia per percorrere i tanti metri necessari per raggiungere il mare. Proprio per questo la donna ha pensato di dare il suo sostegno alla minuscola tartaruga.
Secondo quanto Jessica Buckman avrebbe rivelato al Guardian: “Ho tirato fuori un po’ di sabbia e lui o lei era nel mezzo. Sono rimasta molto scioccata. È stato davvero speciale assistere a questa scena“. Tuttavia nonostante il sostegno della ricercatrice, questi esemplari di tartaruga albina raramente riescono a sopravvivere per molto tempo; tra le altre cose, la loro colorazione non li aiuta a mimetizzarsi e a sfuggire ai predatori.
Come nasce la tartaruga albina
Il fenomeno dell’albinismo può riguardare diverse specie animali e anche l’uomo. In genere, gli esemplari colpiti da questa anomalia congenita, presentano la totale o parziale deficienza di pigmentazione melaninica nella pelle, nell’iride e nella coroide, nei peli e nei capelli; questa è causata da un difetto o dall’assenza dell’enzima coinvolto nella sintesi della Melanina. Secondo quanto affermano stime diffuse dagli esperti, esemplari di tartaruga albina nascono, all’incirca, ogni 100 mila uova; purtroppo però pare che non sia mai stato avvistato un esemplare adulto. Le tartarughe colpite da albinismo sono completamente bianche o rosa, ma purtroppo per i cuccioli pare sia estremamente difficile riuscire a sopravvivere. L’albinismo nel mondo animale, spesso è uguale ad una vita molto breve. Se per l’uomo questo anomalia congenita può portare disturbi agli occhi e maggiore predisposizione a ustioni solari e sensibilità della pelle, negli animali influisce anche nell’incapacità di mimetizzarsi e sfuggire ai predatori.
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