Il serpente, a differenza di molti altri animali che fanno la muta, ha una capacità che lo rende unico in questa attività; se infatti altri esseri viventi rigenerano pelli e/o pellicce in maniera graduale, i serpenti cambiano pelle perdendo, periodicamente, l’intero involucro dello strato vecchio e da cambiare. Questi rettili infatti si caratterizzano per uno strato superficiale di epidermide composto da una sostanza né elastica, né in grado di rigenerarsi gradualmente. Si potrebbe dire dunque, che quando crescono, i serpenti sentano la pelle vecchia come una sorta di vestito stretto da cambiare.
Secondo quanto si legge su Focus, il serpente fa la muta completa della pelle in determinati periodi, che secondo la specie, possono variare dai sei mesi ad un anno. Questo processo avviene in maniera molto particolare e qualche giorno prima del cambiamento i serpenti hanno variazioni anche nel carattere; potrebbero infatti perdere l’appetito e risultare più aggressivi, oltre alla ricerca di acqua perché, cambiando pelle, avranno un periodo iniziale di forte disidratazione. La pelle nuova si rigenera sotto la pelle vecchia e i serpenti capiscono quando è il momento di compiere la muta.
Come avviene la muta del serpente
Il processo di muta per i serpenti è davvero singolare e affascinate; sotto la pelle vecchia inizia a formarsi lo strato di pelle nuova e al momento opportuno il serpente rompe il rivestimento; la rottura avviene all’altezza del collo o della bocca e l’animale si sfrega contro il terreno affinché si realizzi lo strappo che gli permette di uscire dall’involucro della pelle “morta”. In genere la muta è completamente intera e con la riproduzione di tutte le squame del rettile. Il cambio della pelle è un processo necessario per gli esseri viventi, nelle cellule dell’epidermide morta infatti si perdono scorie e impurità. I serpenti compiono la muta per poter crescere e anche per rimuovere i parassiti che si attaccano allo strato vecchio; per questo si tratta di un processo fondamentale per la salute dell’animale.