A quanto pare la presenza delle capre nell’isola di Alicudi sta generando il caos tra gli abitanti; la piccola popolazione, dell’isolotto presente nell’arcipelago delle Eolie, è allarmata dal numero e dalla grandezza degli animali, che pare siano diventati ormai incontrollabili. La presenza di queste creature risale a circa vent’anni fa, quando ne erano stati introdotti nell’ambiente pochi esemplari; tuttavia, grazie al terreno selvaggio e incontaminato, le capre hanno trovato il modo di riprodursi indisturbate e in maniera massiccia.
Le capre superano il numero degli abitanti
È bene specificare che l’isola di Alicudi, diventata nel 2000 patrimonio dell’Unesco, è un isolotto di appena 5,2 chilometri quadrati di estensione. Gli abitanti del posto sono circa un centinaio ma pare che il numero delle capre abbia superato quello dei residenti “umani”. Belli da vedere, questi animali sembrano essere diventati un problema per la ristretta popolazione dell’isola nell’arcipelago delle Eolie; la presenza massiccia dei caprini risulta invadente, oltre che la possibile causa di danni alle abitazioni e alle coltivazioni. Per questo da Alicudi arriva un appello.
L’appello degli abitanti di Alicudi
L’isola di Alicudi appartiene amministrativamente alla più grande isola di Lipari, componente anch’essa dell’arcipelago delle isole Eolie in Sicilia; anche per questo a sostenere gli abitanti di Alicudi un ex consigliere comunale di Lipari, Pietro Lo Cascio. L’ex consigliere ha spiegato al portale locale Il giornale di Lipari: “Un problema segnalato anche nel piano di gestione del sito Unesco e per il quale occorre che la Regione predisponga un piano di eradicazione“. Intanto, si legge su La Zampa, gli abitanti di Alicudi fanno sapere: “Sono bellissime ma mettono anche paura, sono enormi e ce le ritroviamo fin dentro le nostre case“. Le capre infatti pare si spingano fino a ridosso delle abitazioni per trovare cibo e, così facendo, procurano danni alle coltivazioni ma anche al panorama dell’isola. Per questo gli abitanti chiedono che gli animali siano spostati in territori più consoni al fine di evitare di creare ulteriori danni irreparabili.