“Versare lacrime di coccodrillo” è uno dei modi di dire più diffusi quando si vuole indicare un falso pentimento. Questo deriva dalla credenza, secondo la quale, i coccodrilli dopo aver mangiato la loro preda si concedano un pianto “liberatorio”. Tuttavia, sebbene sia vera la presenza di lacrimazione a volte piuttosto copiosa, nel predatore non è presente alcuna forma di pentimento. A questo punto non resta che interrogarsi su cosa generi il pianto del coccodrillo. La spiegazione è come sempre scientifica.
I coccodrilli sono rettili molto particolari; essi,, a differenza di altri animali, non hanno le ghiandole sudoripare e quindi non sudano. Tuttavia, come molti altri esseri viventi, hanno bisogno di espellere i sali che nel tempo si accumulano nell’organismo e per farlo utilizzano proprio la lacrimazione. Pare inoltre che questa non è l’unica spiegazione che giustifica il pianto del coccodrillo; alcuni scienziati rivelano anche perché questo fenomeno si possa verificare durante la consumazione del pasto del predatore. Ma benché si tratti di un mito difficile da sfatare, pare sia abbastanza confermato che il coccodrillo non provi pentimento verso la sua preda.
La lacrimazioni dei coccodrilli ha spiegazioni meramente fisiologiche: le lacrime versate dai grossi predatori hanno lo scopo di ripulire e lubrificare il bulbo oculare, in modo che venga facilitato il movimento della seconda palpebra che protegge l’occhio del rettile durante l’immersione in acqua. Inoltre le ghiandole lacrimali del coccodrillo sono vicine a quelle salivari, quindi quando mangia esse potrebbero stimolarsi a vicenda e procurare quel “tanto famoso” pianto, che non rappresenta però tristezza nei confronti della preda. Interessante anche ricordare, a tal proposito, che esiste una patologia conosciuta come la sindrome di Bogorad, caratterizzata dalla lacrimazione del soggetto durante la masticazione; questa malattia è spesso detta anche sindrome delle lacrime di coccodrillo, proprio in riferimento al comportamento, appena citato, del rettile.
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