A differenza di altri loro simili i pinguini, nel corso della loro evoluzione, hanno perso la capacità di volare. A spiegare questo singolare fenomeno sono intervenuti diversi studi; tra questi anche quello pubblicato sul Proceedings of the Natinal Academy of Sciences da un gruppo di ricercatori dell’Università del Manitoba, a Winnipeg, in Canada. Anche se da un punto evolutivo è difficile spiegare a cosa sia dovuta la perdita di una capacità molto importante come il volo, gli scienziati hanno fornito delle risposte più che plausibili.
Secondo quanto si apprende dallo studio infatti, la perdita della capacità di volo nei pinguini è dovuta ad esigenze nate durante il percorso evolutivo. Kyle H. Elliott i e colleghi che hanno sviluppato la ricerca, hanno proposto l’ipotesi secondo la quale l’incapacità di volare, in questi uccelli, sarebbe il risultato di una serie di compromessi volti a ottimizzare gli spostamenti non solo in aria ma anche in acqua. Ovvero nello stesso momento in cui le ali si adattano maggiormente al nuoto, riducono la loro efficienza nel volo; di conseguenza anche se potrebbe apparire paradossale, questo ha aumentato la loro capacità di pesca e quindi di procurarsi il cibo.
I pinguini non volano ma nuotano
Riducendo la grandezza delle loro ali i pinguini hanno potenziato le loro capacità di nuoto; come affermano i ricercatori infatti, una riduzione dell’apertura alare ha consentito l’allargamento delle ossa e dell’ala e un conseguente aumento della massa corporea. Queste caratteristiche però hanno causato una progressiva inefficienza nel volo, fino alla perdita completa di questa capacità. In pratica quello che è avvenuto si potrebbe spiegare come una sorta di trasformazione delle ali in pinne; tutto questo è dovuto alla necessità di adattamento all’ambiente circostante che costringe gli animali ad una specie di “volo acquatico”, che procede ad una velocità piuttosto sostenuta e ad una profondità che arriva a raggiungere i 400 metri.