Trovano uno squalo balena morto e “surfano” su di lui: la scena sconvolge il web

Trovarsi faccia a faccia con uno squalo non sempre può essere un incubo. Questi ragazzi, però, hanno trovato uno squalo balena spiaggiato e hanno reagito in modo assurdo. La storia ha fatto il giro del web e molti utenti hanno trovato l’atteggiamento del gruppo di giovani irrispettoso nei confronti dell’animale. Ecco cosa è successo.

Siamo in un villaggio nel Golfo di Province, in Papua Nuova Guinea. Qui un gruppo di ragazzi si ritrova faccia a faccia con uno degli animali più temuti in assoluto: lo squalo balena. Il predatore, però, in questo caso è innocuo perché spiaggiato e inerme. I ragazzi raccontano la vicenda in rete, ma qualcosa non torna, e gli utenti rimangono piuttosto infastiditi dal comportamento “irrispettoso” del gruppo di giovani.

Una volta aver tentato di riportare in acqua lo squalo balena – o almeno così raccontano i ragazzi – il gruppo decide di ‘prendersi gioco’ dell’animale. Forse l’atteggiamento è stato involontario da parte loro, ma molti utenti hanno biasimato una mancanza di rispetto verso un animale e verso la tragedia che lo aveva appena toccato.  

Mentre l’animale è ormai morto sul bagnasciuga, infatti, i ragazzi iniziano letteralmente a cavalcarlo… come fosse una tavola da surf. Una scena di cattivo gusto, perlopiù se riportata goliardicamente in rete come fosse un gioco. Le risate del gruppo di giovani sul corpo inerme e ormai spento dello squalo balena hanno ferito molti utenti, sconvolti dalla scena. Era davvero necessario? Ecco il post con cui i ragazzi hanno raccontato l’episodio:

Uno squalo balena dal vivo bloccato sulle rive della provincia del Golfo del Iokea Village. Dopo 4 ore di tentativi di spingerlo al largo per salvare la vita di questa dolce bestia alla fine non ce l’ha fatta. RIEP!! Ps: queste foto sono state scattate 4 ore dopo la morte dello squalo”.

Un’immagine che non è passata inosservata e che è stata segnalata da diversi animalisti, in difesa dello squalo balena: un animale notoriamente perseguitato dagli umani (per il traffico di pinne e olio di fegato), che non aveva bisogno anche di questa mancanza di rispetto.

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