VelveMag, ha realizzato un’intervista esclusiva al Dottor Letterio Ivardo, presidente dell’associazione animalista F.A.L. Fronte Animale Libero. Lo scopo principale dell’intervista, oltre a permetterci di conoscere meglio l’associazione della quale il Dottor Ivardo è presidente, è stato approfondire un argomento interessante, soprattutto in merito al rispetto dei diritti dei nostri amici animali. Nello specifico l’associazione F.A.L, si interessa da diversi anni, alle condizioni dei cani, che si trovano custoditi nel canile di Millemusi a Messina.
L’associazione del Dottor Letterio Ivardo, ha in attivo una protesta per richiedere più sostegno nei confronti degli animali, che secondo il parere dell’associazione animalista, sono privati di alcuni diritti. A questo punto, volendo approfondire in maniera più accurata la questione, principalmente per il bene dei nostri amici a quattro zampe, abbiamo chiesto maggiori informazioni al Dottor Ivardo.
Consapevoli del fatto che l’associazione F.A.L. Fronte Animale Libero, tutela i diritti degli animali, Le chiedo, di cosa si occupa nello specifico e da quanto tempo quest’associazione è attiva sul territorio nazionale?
“La mia Associazione si occupa in prevalenza di tutelare animali e ambiente. L’associazione è stata costituita nel 2016 ma prima ero delegato provinciale del META (Movimento Etico tutela animali e ambiente) ma è da quasi vent’anni che sono attivista per i diritti degli animali a livello nazionale”.
Lei è la sua associazione, avete in atto una protesta contro il canile, Millemusi di Messina, poichè ritenuto da voi, non rispettoso dei diritti degli animali. Come e quando siete venuti a conoscenza delle condizioni in cui riversa il canile di Millemusi di Messina?
“Sono venuto a conoscenza della gravissima situazione del canile Millemusi di Messina circa 4 anni fa con la morte di 38 cani in poco più di 7 mesi. E’ stato in quel momento che è iniziata la battaglia dell’associazione F.A.L. L’obbiettivo è quello di dare giustizia agli animali e rendere la loro vita più dignitosa”.
Dalle informazioni, che ci sono giunte dalla protesta contro il canile Millemusi, Lei e la sua associazione, fate riferimento ad episodi maltrattamento. Potrebbe chiarirci a cosa vi riferite nello specifico?
“Quando parlo di maltrattamenti mi riferisco al fatto che i cani non sono curati, oltre a rimanere chiusi dentro i box 24h su 24h, i box vengono lavati con loro dentro, non hanno né coperte per il freddo, né antiparassitario, né tanto meno, sono garantiti i vaccini agli animali custoditi. Inoltre, numerosi sono stati casi dei cani sbranati. Prima le aggressioni erano frequenti, perché i cani venivano spostati da un box ad un altro per liberare spazio. Questo purtroppo avveniva nonostante fosse quasi evidente, la situazione a cui i cani, andavano incontro. Tutto questo è maltrattamento”.
A fronte delle sue dichiarazioni, ci sono casi specifici che hanno colpito Lei e la sua associazione, in maniera particolare, magari perché più brutali rispetto ad altri?
“Sono stato colpito da tutte le morti senza cure e i maltrattamenti ancora in corso. Ma due casi in particolare mi hanno toccato da vicino: La salvezza di Nera una cagnolina anziana di 12 anni circa. Sorda e cieca, oltre che colpita da un tumore, mai stato curato. Nera ha vissuto con me per un anno e in quel periodo ha avuto tutte le cure e l’amore che non aveva mai avuto. E poi c’è Ambra una cagnolina simil pitbull salvata anche lei. Ambra a 6 mesi era paralizzata dalla leishmania e si trascinava. I fratelli e le sorelle di Ambra sono rimasti al canile senza nessuna possibilità di essere adottati, cosa che per fortuna non è successa almento ad Ambra. Come Nera, anche Ambra non aveva mai ricevuto le cure necessarie, all’interno del canile”.
Gentile Dottor Ivardo, vi sono altre realtà nel territorio che si stanno impegnando per risolvere la questione che riguarda il canile Millemusi?
“No assolutamente! Ci sono diverse associazioni a Messina che conoscono bene la realtà del canile Millemusi, ma rimangono indifferenti. Per loro è sufficiente che i cani mangino e si reggano sulle loro gambe. Se ci fosse più collaborazione, si potrebbe cambiare questa triste realtà”.
Dal momento in cui Lei ha reso attiva la sua protesta, ci sono state delle evoluzioni sul caso?
“Sì, ci sono state ma alla fine, purtroppo, si sono rivelate essere delle prese in giro. La Presidente del canile, si è dimessa. A quel punto La Lega del Cane, ha nominato un commissario, ma anche in questo caso, non è stato possibile notare dei miglioramenti a mio parere. Il canile non è gestito per nulla. Sul posto sono presenti 3 o 4 volontarie e qualche inserviente. Inoltre, il nuovo veterinario, si reca per 1-2 ore al giorno e neanche tutti i giorni e i cani marciscono dentro i box malati e senza alcuna cura”.
A fronte della situazione, da Lei descritta, ha in mente qualche proposta al fine di salvaguardare il benessere dei cani?
“Innanzitutto, proporrei, due veterinari, per tutta la durata di apertura del canile 8,30-12,30; le analisi cliniche per definire il profilo renale ed epatico a tutti i cani. Le analisi, sono gratuite tramite l’Istituto zooprofilattico di Palermo, ed inoltre i test di leishmania ed erlichia, sempre tramite l’istituto zooprofilattico di Palermo, hanno un costo di circa 4 mila euro. Cifra che si potrebbe spendere, se si considera l’ammontare del finanziamento stanziato dal Comune, pari a circa 500 mila euro. Inoltre, cosa più importante, proporrei, la somministrazione della terapia per i cani malati. Questo non dovrebbe essere una concessione agli animali ma è un dovere di legge”.
E in merito alla possibilità che questi cani vengano adottati, anche in questo caso, come pensa sia più opportuno agire?
“Proporrei anche un sito professionale con le schede dei cani visto che ormai siamo nell’era digitale chiunque si può connettere in cerca di un vero amico per la vita e adottarlo. Allungare l’orario di apertura anche al pomeriggio magari i giorni dispari e organizzare degli incontri con le persone al fine di farli avvicinare ai cani e magari adottarli a distanza, farli uscire per una passeggiata e rendere la vita di queste creature meno dura. Il canile dovrebbe essere solo un posto di passaggio fino al raggiungimento dell’adozione e no un posto dove si entra e si esce solo da morti”.
E in conclusione, date le circostanze da Lei descritte, la sua proposta finale è che il canile Millemusi venga chiuso?
“No, non chiedo assolutamente che il canile venga chiuso, ma che venga affidato ad altre associazioni o in alternativa che vengono attuati i miei suggerimenti, che per la cronaca sono già agli atti del Comune. Visto che la Lega del Cane fino ad oggi ha fallito. In modo che possa cambiare la mentalità della gestione e dare una volta per tutte voce a chi non ne ha e soffre in silenzio fino alla morte”.
Photo Credits riproduzione privata Letterio Ivardo