Una donna trova in un discara un cucciolo abbandonato, paralizzato e quasi in fin di vita. Soccorso, è stato curato ed è tornato a camminare
La storia è incredibile. In Florida, una donna di nome Isabel Zapata era andata a buttare dell’immondizia che ha trovato in una discarica un povero cucciolo abbandonato, in pessime condizioni fisiche, tanto che la sua vita era in serio pericolo. Il cucciolo non riusciva quasi a muoversi, il suo corpo era pieno di pulci e zecche, aveva tanta fame e sete. Insomma, era allo stremo delle forze. Isabel ha chiamato immediatamente l’organizzazione Gulfstream Guardian Angels Rottweiler Rescue che è accorsa immediatamente avendo compreso la gravità della situazione.
Un cimitero per cani
“Quello è un posto molto pericoloso – ha raccontato Laurie Kardon, membro dell’organizzazione – dove però spesso i cani vengono abbandonati e destinati a morte certa”. Il peloso è stato portato presso la più vicina clinica veterinaria: i medici hanno stabilito che era praticamente paralizzata per una causa sconosciuta e che probabilmente non sarebbe stata più in grano di camminare autonomamente. Eppure, quasi per miracolo, le condizioni del piccolo sono gradualmente migliorate ed è rimastoa altri due giorni ricoverato per sottoporsi ad analisi e trattamenti sanitari.
Paralisi causata da fattori psicologici
Successivamente è stato trasportato all’ospedale degli animali di Clint Moore, dove i medici hanno scoperto che la paralisi era causata da fattori psicologici. In passato il quattro zampe era stato vittima di violenza, soffriva di artriti e deformità fisiche alle zampe perché aveva trascorso una buona parte della sua infanzia in spazi angusti. I suoi “proprietari” lo usavano scolo per scopi riproduttivi e una volta che non è più servito è stata buttato via. Ma fortunatamente le cure, e l’affetto di chi gli stava accanto, hanno avuto il loro effetto: salute ottima ed è anche riuscito a tornare a camminare. Alla fine, l’amore ha vinto ancora una volta sulla cattiveria umana nei confronti degli animali.
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