Un giovane romano in vacanza ha compiuto un gesto eroico: ha visto un gattino annaspare in mare e si è buttato per salvarlo
Si butta in mare per salvare un gattino che stava annegando. Lui è il giovane romano Matteo Storti Gajani, in vacanza nel mare di La Spezia con un gruppo di amici. Il diciottenne, che è anche volontario della Croce Rossa e soccorritore della Croce Verde, stava passeggiando al Molo Italia quando ha visto un micio annaspare nelle acque antistanti. Senza un attimo di esitazione si è tuffato.
“Sono un volontario del soccorso – ha dichiarato a chi lo ha intervistato sul quotidiano La Stampa – quando ho visto quel gatto che annaspava, in mare, mi sono buttato, e l’ho tirato a riva. Un gesto istintivo. Non potevo accettare che morisse da solo in quel modo. L’ho tirato fuori, l’ho poggiato sul molo e ho iniziato a fargli un massaggio cardiaco che è simile a quello degli umani anche nei gatti cambia il punto di compressione e la potenza della spinta. Ha espulso tantissima acqua, ha continuato a muoversi, poi però all’improvviso ho notato le sue pupille dilatarsi ed il suo corpo irrigidirsi sempre di più. Fatto sta che quando sono arrivati i veterinari, che erano stati allertati da una ragazza, il rigor mortis era già subentrato e non c’era più nulla da fare. Avrei voluto salvarlo“. Ci ha provato con tutte le sue forze, ma il suo coraggio e il suo grande amore per gli altri, umani e non, non è stato purtroppo premiato. Infatti, quando è arrivato il veterinario, il dottor Carlo Andreoni, il felino aveva già smesso di respirare. “Onore a questo giovane – ha detto un’ assistente del sanitario – che non solo si è buttato in mare, ma ha anche praticato un corretto massaggio cardiaco. Ci siamo tutti commossi. Per me, è stato un eroe”.
Ma Matteo questa parola non la vuole sentire nominare. “Non chiamatemi eroe, soccorrere chi è in difficoltà è un dovere morale”. Una domanda ora nasce; il gattino come è finito in acqua? Potrebbe essere stato spinto da qualcuno che non poteva “sopportare” quello bestiola, anziana e malconcia, aggirarsi in quel posto. Chissà, comunque c’è stato anche chi, una volontaria, aveva provato a prenderlo per curarlo e dargli da mangiare e chi, come un giovane sommozzatore, aveva tentato di avvicinarlo. Ma il gatto era sempre riuscito a fuggire. Forse qualcuno in tempi passato lo aveva abbandonato e lui non si fidava più degli essere umani. Le ipotesi sono state, la verità è che quel gattino, nonostante il gesto di Matteo, ora ha smesso per sempre di vagare solo per le strade.
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