La pelle d’asino serve per produrre l’eijao, secondo i cinesi un elisir che migliora le prestazioni sessuali. Sono moltissimi gli esemplari uccisi per questo
Una volta l’ejiaoera destinato solo all’imperatore. Oggi è un prodotto che affascina la classe media ed è sempre più richiesto. E così, dopo zanne di elefante e corno di rinoceronte, il mercato cinese punta a un nuovo business di origine animale: la pelle d’asino, che appunto serve per produrre l’ejiao,una sorta di gelatina impiegata come farmaco nella medicina tradizionale cinese. Non è certo una novità, visto che si usa da più di duemila anni per riequilibrare l’energia vitale dello yin e dello yang e per aumentare il desiderio sessuale, ma la crescente richiesta sta provocando una carneficina in tutto il mondo. La popolazione di asini è in forte diminuzioni e l’assenza di regole certe potrebbe anche provocare l’estinzione di questo simpatico ciuchino, non a caso da sempre protagonista di fiabe e cartoni animati.
In Kenya il numero degli asini si è dimezzato in soli dieci anni, passando da due milioni a circa 900 mila esemplari. Indicativo anche il prezzo di vendita, che nell’ultimo anno ha subito un aumento del 300%. Numeri simili anche per Colombia e Lesotho, Paesi dove la Cina (che in trent’anni ha decimato la popolazione passando dagli 11 milioni degli Anni 90 ai 5 milioni attuali) si rivolge per acquistare la pelle d’asino.
Un mercato incontrollato genera pratiche incontrollate, tanto che sarebbe stato documentato che gli animali destinati al macello, per facilitare lo scuoiamento, vengano lasciati a digiuno per diverse settimane. Peta Asia, invece, un’organizzazione per i diritti degli animali, riferisce di un video realizzato all’interno di fattorie cinesi, dove gli asini vengono uccisi a bastonate. La mancanza di controlli sui sistemi di macellazione, poi, favorisce una pratica illegale e dalle dubbie norme igieniche e sanitarie.
Una campagna di sensibilizzazione su scala mondiale ha portato il problema all’attenzione di molti Governi e qualcosa sta cambiando. Secondo l’associazione The Donkey Sanctuary, per esempio, Paesi come il Burkina Faso e il Niger hanno bandito la macellazione e l’esportazione di asini per le loro pelli. Ma se il mercato non si ferma, dove arriveremo?
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