Il politico e giornalista Mario Adinolfi durante la trasmissione “Mattino Cinque” ha commentato la vicenda del cane Miro, sequestrato perché abbaiava troppo. Per lui è giusto che l’animale sia stato portato via
Domani 10 aprile è attesa la decisione del giudice per quanto riguarda il cane Miro, il cane sequestrato da casa sua dopo che un vicino lo aveva denunciato perché abbaiava troppo. Come vi avevamo già raccontato, l’animale ora si trova al canile Pan Ente Provinciale Protezione Animali e Ambiente a Rovereto e la sua storia ha tenuto banco per diversi giorni sui quotidiani e le trasmissioni tv. Proprio durante una puntata di Mattino Cinque, il politico e giornalista Mario Adinolfi si è schierato contro la proprietaria del 4 zampe e Miro. “Non facciamo più bambini e spendiamo il doppio per i cani” – ha detto – e alle signore consiglio sempre di fare figli invece di prendersi un animale”.
La petizione sul web lanciata da Eva Munter, proprietaria di Miro, ha raggiunto le quasi 240mila firme e diverse associazioni si dicono ottimiste riguardo al suo rilascio per domani. Anche perché il cane ha semplicemente fatto il cane. Ma Adinolfi non è d’accordo: “Se esiste un diritto di Miro – ha spiegato – esisterà anche un diritto della persona alla quiete notturna”. E poi ha continuato: “Ho visto la gabbia dove si trova, una persona carcerata in Italia non ha 4 metri per 4 ed è una persona. Attenzione ad idealizzare l’animale o a renderlo antropomorfo perchè prima dei diritti degli animali vengono quelli degli umani”.
“Quando mia figlia mi ha chiesto un cane per Natale – ha poi concluso Adinolfi – io mi sono impegno e gli ho detto che arriverà un fratellino. Abbiamo risolto così”. Ma, come chi rispetta gli animali sa, una cosa non esclude un’altra. E, fortunatamente, anche gli italiani sembrano essernene convinti, visto l’interesse suscitato dalla vicenda di Miro. “Credo – ha spiegato in un post la Munter- che i risultati di questa petizione dicano sopratutto che le persone sentono la necessità di maggior tutela verso i propri animali, che se cani e gatti vengono considerati parte della famiglia dai loro padroni è perché hanno dei sentimenti e che, di conseguenza, quando si è costretti a procedere per vie legali non possono essere considerati come semplici oggetti”. Noi teniamo le dita incrociate per lui.
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