Strage di Sciacca: due telecamere hanno ripreso gli avvelenatori di cani?

Due telecamere di sicurezza potrebbero aver ripreso gli avvelenatori dei cani di Sciacca. Ora le autorità stanno visionando i filmati

Il bilancio è quello di una vera e propria strage: 40 cani avvelenati e almeno altri 30 spariti nel nulla in un territorio, come quello di Sciacca, in provincia di Agrigento, in Sicilia, che non è certo così esteso. Nel frattempo, gli animalisti hanno indetto una manifestazione per domenica 25 febbraio, mentre il Comune che avrebbe dovuto già bonificare la zona non è ancora intervenuto. Secondo la legge il sindaco è responsabile dei randagi e deve ripulire l’area dalle esche. Ma, come dicevamo, all’appello dei volontari mancano ancora altri 30 animali e, vista la situazione, si teme il peggio.

Sciacca si cerca nei filmati delle telecamere

Nel frattempo l’area della contrada Muciare è stata posta sotto sequestro dai carabinieri. I militari hanno anche acquisito le immagini di videosorveglianza di due aziende che hanno la loro sede nelle vicinanze. Sui social è nato anche l’hashtag #BenvenutiadAgrigento, rilanciato dal gruppo animalista “apactionproject” e condiviso da moltissime persone tra cui anche la nota stilista Elisabetta Franchi o l’ex Grande fratello Daniela Martani.

Una situazione sempre più difficile

“Purtroppo la situazione di criticità che non riguarda solo Sciacca ma l’intero territorio siciliano, ha varcato ogni limite di sopportazione e decenza – ha detto il presidente di Caa Sicilia – Confederazione Associazioni Animaliste, Salvatore Libero Barone al quotidiano.net – Il nuovo governo regionale, sul quale riponiamo la nostra massima fiducia, prenda in debita considerazione le istanze di cittadini e associazioni animaliste, che ormai stanche e avvilite da episodi incresciosi perpetrati continuamente e costantemente impuniti e stanchi dall’assenza delle istituzioni, auspicano un cambiamento radicale nel segno della collaborazione, che possa ridare dignità ai nostri amici a 4 zampe che meritano rispetto e ben altra sorte”.

E speriamo che dai filmati si trovino i responsabili.

Photo Credits Facebook

Impostazioni privacy