Un bambino di 9 anni ha chiesto alla regina Elisabetta un cane di razza Corgi, che aveva visto in un documentario dedicato ai reali del Regno Unito. La sua risposta è stata incredibile
Decidere di scrivere alla regina Elisabetta per chiederle un cane Corgi in regalo non è da tutti. Anzi, è un’iniziativa decisamente fuori dal comune. Serve fantasia e soprattutto non si devono avere sovrastrutture. Si deve pensare a Sua Maestà come alla regina delle fiabe, niente di più. L’identikit è quello di un bambino, che in questo caso ha 9 anni e vive a Goito, un centro di poco più di 10mila abitanti alle porte di Mantova. Il giovanotto ha visto un documentario sui reali d’Inghilterra ed è rimasto colpito dalla bellezza del Corgi, una razza che da sempre tiene compagnia a Sua Maestà e che il piccolo ha visto saltellare proprio accanto alla sovrana.
Voleva un cane come quello dei reali
Per questo il bambino ha preso carta e penna e scritto a Elisabetta II per farsene regalare uno. Se funziona con Babbo Natale, avrà pensato, figuriamoci con una regina. Un cane non si nega a nessuno. E invece no, non è andata proprio così perché alla sua richiesta di ricevere in regalo un Corgi con cui giocare, a Goito è stata recapitata una lettera con mittente Buckingham Palace, Westminster, Londra, la residenza ufficiale del sovrano del Regno Unito. “La regina sei tu, fai quello che vuoi” aveva scritto il piccolo, che per addolcire la nonnina più famosa del mondo aveva spedito assieme alla lettera anche un bellissimo e colorato disegno con protagonisti tanti piccoli cani. La sua nobile interlocutrice, però, non si è fatta commuovere e ha risposto al piccolo tramite una delle sue segretarie.
La risposta ha spiazzato tutti
“La regina – ha scritto la signora Georgina Seage – mi ha detto di ringraziarti per la tua lettera, nella quale esprimi ammirazione per la razza Corgi, ma mi spiace dirti che non potrà soddisfare la tua richiesta e non potrà regalarti uno dei suoi cani. Ad ogni modo ti ringrazia molto per il bellissimo disegno che le hai donato”. Insomma, niente da fare. Chissà se la prossima volta andrà meglio.
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