Roby era il cane del cimitero di Noto, in Sicilia. Non dava fastidio a nessuno, anzi era diventato la mascotte del luogo. Ma qualcuno ha pensato bene di eliminarlo con il veleno
Ci sono animali che si affezionano ai luoghi forse più che alle persone in carne e ossa. E Roby, il cane del cimitero di Noto, in provincia di Siracusa, era proprio così. Per lui quelle tombe erano la sua casa, e le custodiva gelosamente. Tutti nella zona lo conoscevano e tutti gli volevano bene. O, almeno, così sembrava. Infatti, ora Roby non c’è più. Qualcuno lo ha avvelenato. Lui così affettuoso con tutti quelli che volevano donargli una carezza, lui così empatico da comprendere le sofferenze umane, è stato ucciso in quello che è sembrato a tutti gli effetti un raid punitivo.
Roby è stato ucciso probabilmente dalla stessa mano che 48 ore prima aveva ucciso un altro randagio, ma in zona mancano anche all’appello una cagnolina con i suoi otto cuccioli. E mentre Asl e Comune hanno messo avvisi per allertare la popolazione sulla possibile presenza di esche avvelenate, cittadini e associazioni animaliste stanno chiedendo giustizia per Roby, “l’angelo del cimitero”.
Ma c’è anche chi ha voluto ricordarlo con un murales: è stato lo street artist Salvo Muscarà che ha dipinto un muro del cimitero con l’opera “Roby e tutti gli altri”. Insomma, i cittadini siciliani hanno voluto prendere le distanze da un gesto così crudele e vogliono andare fino in fondo alla questione. Speriamo si trovino presto i responsabili.
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