Ha sollevato un vespaio di polemiche la foto del figlio di Donald Trump che stringe tra le mani come “trofeo” di caccia una coda di elefante da lui stesso ucciso e mutilato, polemiche che si sono inasprite ancor di più dopo che il padre ha annunciato che vorrebbe cambiare la legge sul bracconaggio.
Ha sconvolto e indignato l’intero mondo la foto del figlio di Donald Trump che stringe tra le mani una coda di elefante appena ucciso, ma ancor più sconvolgente è stata l’inaspettata reazione del padre, che, invece di disapprovare l’esecrabile gesto, lo ha “premiato” proponendo una modifica alla legge sul bracconaggio e permettendo così ai cacciatori americani di uccidere elefanti in Africa e di portare a casa i loro trofei di caccia. Con questo gesto Trump annullerebbe completamente il divieto imposto dall’amministrazione Obama nel 2014 dando praticamente il via libera al bracconaggio selvaggio. In realtà la foto del figlio risale al 2011 ma è di nuovo tornata alla ribalta dopo che il Presidente Donald Trump ha pubblicamente annunciato, anche sui suoi profili social, le sue intenzioni di abolire il divieto.
Per attuare il suo piano di modifica della legge, Trump si è appellato a un cavillo legale, poiché, nonostante gli elefanti siano inseriti nella lista degli animali in pericolo secondo l’Endangered Species Act, un punto all’interno della legge consente al governo di dare il permesso per importare i trofei, se c’è la prova che la caccia aiuti la conservazione della specie. Non si capisce tuttavia in che modo e in ogni caso Zambia e Zimbabwe non abbiano in alcun modo dato la propria autorizzazione in tal senso. Il permesso vale per tutti gli animali cacciati legalmente a partire dal 21 gennaio 2016 fino al 31 dicembre 2018 e il cavillo a cui si è appigliato Trump è contenuto nel seguente punto indicato dall’U.S. Fish and Wildlife Service: La caccia sportiva legale e ben regolata come parte di un sano programma di gestione può avvantaggiare la conservazione di alcune specie, fornendo incentivi alle comunità locali per conservare le specie e mettere le risorse economiche così necessarie a beneficio della conservazione.
La decisione di Trump ha sollevato un vespaio di polemiche e su Avaaz è stato lanciato un appello per raccogliere firme . Il messaggio diffuso in rete da Avaaz è il seguente: Questo è il figlio di Donald Trump con la coda dell’elefante che ha appena ucciso. Trump gli ha appena fatto un regalo terrificante: una modifica alla legge che permetterà ai cacciatori americani di fare a pezzi gli elefanti e di portarne a casa le teste come trofei e souvenir, nonostante il bracconaggio che caccia queste incredibili creature per l’avorio minacci di spazzarle via. Creiamo un’enorme campagna globale per spingere gli Stati Uniti ad abbandonare questo piano disgustoso. Avaaz lavorerà con i paesi africani per consegnare le firme tra pochi giorni a un importante vertice sulla protezione degli animali.
Il testo della petizione Fermiamo il massacro di elefanti di Trump ‒ indirizzata al Presidente Trump, all’Agenzia per la Pesca e la Fauna Selvatica degli Stati Uniti, e a tutte le autorità per la protezione degli animali nel mondo ‒ è il seguente: Gli elefanti rischiano l’estinzione e togliere loro ulteriori protezioni è semplicemente assurdo. La caccia a trofei incoraggia il massacro degli elefanti, aumenta la domanda delle loro parti del corpo e crea un mercato parallelo che rende più difficile combattere il bracconaggio per l’avorio. Vi chiediamo di fare tutto quanto in vostro potere per cambiare la decisione degli Stati Uniti di permettere l’importazione di parti di elefanti come trofei di caccia, prima che sia troppo tardi. Salviamo gli elefanti, fermiamo questo piano terrificante!
Secondo i dati riportati, la popolazione di elefanti in Zambia è attualmente di appena 21.000 esemplari, contro i 200.000 di appena 45 anni fa, mentre in Zimbabwe gli stessi membri del Governo catturano cuccioli di elefante per venderli agli zoo. Secondo le statistiche pubblicate dal Great Elephant Census la presenza di elefanti è diminuita del 30% in 15 paesi africani e la totalità deli animali rimasti ammonterebbe a poco più di 350.000, mentre all’inizio del ventesimo secolo erano milioni. Dati realmente allarmanti, soprattutto se si considera che sono tra gli animali più minacciati dal bracconaggio per il traffico illegale di avorio. Un motivo in più per fermare la loro persecuzione anche a scopi meramente ludici, quali sparare loro solo per divertirsi o per portare a casa pezzi del loro corpo come trofei.
Photo Credits. Twitter
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