Con l’arrivo dell’inverno e delle temperature rigide si teme per le sorti dei due cuccioli dell’orsa KJ2, abbattuta nell’agosto 2017 perché considerata pericolosa per l’uomo.
Sono orfani ormai da agosto 2017 i piccoli dell’orsa KJ2, giustiziata dall’uomo senza alcuna possibilità di appello. L’orsa fu abbattuta per ordinanza della Procura di Trento perché considerata pericolosa dopo le accuse di un uomo che aveva dichiarato di essere stato aggredito durante una passeggiata nei boschi.
All’epoca dei fatti Angelo Metlicovec, idraulico settantenne di Cadine, sostenne di essere stato aggredito dall’orsa durante una passeggiata sul sentiero che dai laghi di Lamar porta ai laghi di Terlago. In realtà le cose non andarono esattamente così, poiché sembrerebbe che sia stato proprio l’uomo ad attaccare per primo l’orsa a colpi di bastone perché terrorizzato dalla sua inaspettata presenza, ma quanto inaspettata? Era del tutto normale che l’orsa si trovasse in un luogo che è il suo habitat e in più con la sua prole. Nonostante le evidenti discrepanze tra il racconto di Metlicovec e la ricostruzione dell’ENPA, che ha dimostrato che l’orsa non avesse attaccato l’uomo per prima, KJ2 fu ritenuta un pericolo per la comunità e abbattuta, sebbene, come dichiarato dall’Associazione Gaia Animali e Ambiente, si sia trattato dell’uccisione ingiustificata di animale selvatico particolarmente protetto “basata su ordinanza illegittima, carente nell’istruttoria, fatta su errata ricostruzione dei fatti”.
I piccoli di KJ2, rimasti orfani e abbandonati al loro destino, hanno dovuto superare difficoltà insormontabili considerando che i cuccioli di orso, a differenza di altre specie, diventano autosufficienti molto tardi. I piccoli nascono ciechi, privi di denti e glabri e al momento del parto meno di 0,4 chilogrammi. Si nutrono del latte materno fino a primavera o fino agli inizi dell’estate e poi, raggiunto un peso di circa 6/9 kg, sono abbastanza sviluppati da seguire la madre e iniziare a nutrirsi di cibo solido. Rimangono con lei tra i due e i quattro anni, durante i quali apprendono varie tecniche di sopravvivenza, come imparare a distinguere i cibi che hanno valori nutrizionali più alti e dove trovarli, imparare a cacciare, a pescare, a difendersi e a individuare i luoghi dove andare in letargo. Imparano inoltre a difendersi dai maschi adulti che, per rendere la femmina sessualmente ricettiva, arrivano a uccidere i cuccioli. Tutti passaggi fondamentali per la sopravvivenza che sono del tutto mancati ai due poveri orsetti privati della loro madre. I rischi più grandi diventano più seri in vista dell’incalzare delle temperature rigide dell’inverno e cresce l’allarme per la loro vita.
L’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (AIDAA), in una nota stampa, ha espresso le sue preoccupazioni per i piccoli: Dopo l’uccisione di mamma orsa, molti esperti avevano espresso preoccupazione per la sorte dei due cuccioli, sostenendo che la loro vita era a rischio in quanto non avendo mai fatto letargo con mamma orsa non erano a conoscenza di quelle che sono le regole per individuare e preparare la tana per l’inverno con grossi rischi per la loro stessa sopravvivenza. Bene, ora mancano sei giorni all’inizio dell’inverno e non ci sono notizie certe sulla loro esistenza e sul loro stato di salute, per questo motivo AIDAA esprime la sua preoccupazione per i due cuccioli e chiede che le autorità competenti rendano note le reali condizioni ed i reali rischi che corrono da qui alla fine del prossimo inverno che tra l’altro si preannuncia molto rigido.
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