La sezione Enpa di Oristano accusa via social l’operato della Clinica Duemari. I post degli animalisti creano scompiglio sul web
In un mondo ideale, chi si occupa di aiutare gli animali, di qualunque genere essi siano, dovrebbe andare d’accordo. La verità, però, è che non è così. Anzi. Da quando chi scrive si occupa del mondo dei pelosi, è capitato spesso di incappare in beghe tra volontari diversi e invidie tra associazioni, perché il mondo animalista, soprattutto a certi livelli, è diventato come un qualsiasi altro lavoro. O, almeno, è così per molti. Poi, per fortuna, ci sono le isole felici. Una di queste è di certo la Clinica Duemari di Oristano, la struttura sarda all’avanguardia che cura cani, gatti (e a volte anche volpi e fenicotteri), e che quasi quotidianamente aggiorna i tanti follower dei casi che tratta. I “rottami” che aggiusta, poi, se non sono di nessuno, vengono dati in adozione. Una pratica, questa, aumentata da quando è nata la Onlus Effetto Palla, guidata dalla stessa dottoressa Monica Pais. Il che, se da un lato li ha messi ancora di più sotto i riflettori, dall’altro ha attirato anche i commenti poco piacevoli di alcuni detrattori. Uno di questi ultimi è l’Enpa (Ente nazionale di protezione animali) della sezione provinciale di Oristano.
“Questa gatta – scrive Enpa sulla pagina ufficiale Facebook – appartenente ad una colonia felina riconosciuta, è affetta da un’infezione alla bocca gravissima, la clinica veterinaria nella quale è stata portata si è rifiutata di curarla perché prima voleva la garanzia di chi pagasse il conto. Eppure ha una convenzione con il comune in questione, ma solo perché è in ritardo con i pagamenti, si sono rifiutati di visitarla e di prestarle le prime cure”. E poi proseguono: “Condividete tutti, che venga alla luce il ‘modus operandi’ della Clinica di Oristano. Hanno trovato il modo di mettersi nuovamente sotto i riflettori mediatici con un cane trovato a Nuoro, e portato loro senza rispettare le più normali procedure regolamentate dalle normative Regionali. Appena preso il cane, hanno informato tutte le testate giornalistiche nazionali e regionali per farsi pubblicità. Nessun veterinario fa queste cose”.
Parole che pesano come macigni e a cui la dottoressa Pais ha scelto di non rispondere via social, ma attraverso le autorità competenti. Come è giusto che sia. A dire il vero, a difendere l’operato dei medici (qualora ce ne fosse stato bisogno) ci hanno pensato i tanti ammiratori. Quello che possiamo dirvi è che come ci aveva raccontato la stessa Pais ai primi di settembre, la polemica con l’Enpa di Oristano, o meglio con chi gestisce la sezione provinciale, era già stata aperta, come se fosse giusto che chi lavora ogni giorno (e ogni notte) per salvare i 4 zampe non debba essere pagato. Da parte nostra possiamo solo dire che ogni volta che abbiamo scritto di qualcuno dei pazienti della Duemari, abbiamo trovato sempre la massima disponibilità e competenza di chi svolge la propria professione con grande passione. Senza contare che con una pagina seguita da oltre 377mila utenti, non c’è bisogno di avvisare la stampa. Semmai è la stampa (quella che si occupa di animali, naturalmente) che cerca tra le loro pagine storie da raccontare.
In un mondo ideale, chi si occupa di aiutare gli animali, di qualunque genere essi siano, dovrebbe andare d’accordo. La verità, però, è che non è così.
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