In Serbia dilaga sempre più il fenomeno del turismo sessuale zoofilo. Esistono dei veri e propri bordelli dove gli animali sono sottoposti a ogni genere di abuso dietro pagamento di tariffe che hanno incrementato un fiorente commercio.
In Serbia si sta sviluppando un fenomeno sempre più preoccupante: un turismo sessuale zoofilo che vede gli animali vittime di abusi di uomini facoltosi provenienti dall’estero, soprattutto da Germania, Inghilterra e Olanda. Il crescente dilagare dell’interesse verso la zooerastia ha generato un fiorente commercio e nel Paese sorgono come funghi sempre più bordelli con animali intorni ai quali girerebbe addirittura un circuito di tour operator. I prezzi variano dai 70 ai 150 euro e ai “clienti” è consentito addirittura filmarsi durante l’atto sessuale dietro pagamento di una tariffa supplementare di 50 euro. A denunciare quanto accade in Serbia è stata la rete televisiva RTL che, attraverso un agghiacciante reportage, ha rivelato l’esistenza di simili luoghi.
In seguito alla messa in onda del reportage anche il Mirror il 18 ottobre 2017 aveva pubblicato un articolo in cui si dichiarava che degli inglesi “viaggiano in Serbia per avere rapporti sessuali con dei cani nei bordelli”. La notizia è successivamente rimbalzata su vari tabloid inglesi e francesi, ma con l’invito alla prudenza, perché, nonostante siano trapelati alcuni inequivocabili scatti di simili pratiche – quali la foto di un cane con calze a rete e tacchi – non esistono tuttavia prove schiaccianti che consentirebbero di risalire ai responsabili di tali loschi giri. La capitale Belgrado sarebbe il “punto caldo” di tali attività aberranti, dove stranieri provenienti da quasi ogni parte del mondo si recherebbero per avere rapporti con capre, montoni, asini, cani, gatti, oche e mucche. Pavle Bihal, membro del Levijatan, un gruppo di difesa animali in Serbia che si batte strenuamente per la chiusura di tali orribili luoghi di tortura per animali, ha riferito: Alcuni non vedono nessun tipo di problema in questo genere di attività, si spera solo che questo tipo di strutture siano al più presto chiuse dalla polizia.
Non sono mancate tuttavia le polemiche, in quanto è stato fatto notare che la foto del cane con le calze a rete utilizzata per denunciare questo fenomeno non sia stata scattata in uno dei bordelli serbi, ma che si tratti di un’immagine che gira in rete almeno da maggio 2017, soprattutto in Asia. Per tale motivo poi è stato successivamente specificato che tale foto era stata utilizzata a scopo meramente illustrativo. In poche parole l’Associazione Levijatan è stata chiamata a rispondere fornendo prove formali dell’esistenza di tali strutture in Serbia. Bihal ha ribattuto: Abbiamo informazioni su un club, che è di fatto un appartamento dove accade tutto ciò. Siamo attualmente in attesa della sua localizzazione esatta per poter riferire tutto alla polizia. Sulla faccenda è intervenuta Marijana Cikic, autrice del reportage andato in onda su questa triste vicenda: Il mio reportage ha mostrato come questo gruppo radicale si schieri contro chi maltratta gli animali e sebbene non si sia ancora in grado di dimostrare ufficialmente l’esistenza di reti zoofile in Serbia, ho motivo di credere che queste persone siano affidabili. Mi hanno spiegato come hanno scoperto l’esistenza di tutto questo e mi hanno mostrato delle prove. Non si tratta di un bordello ufficiale, ma di un appartamento usato per questo. In pratica ciò che è stato contestato, dopo la diffusione della notizia, è che, pur non escludendo l’esistenza di tali luoghi, non si può parlare di “una tendenza” diffusa in tutta la Serbia. Resta di fatto che la zooerastia e il turismo sessuale zoofilo sono pratiche deplorevoli e aberranti in qualsiasi luogo e in qualsiasi modo si consumino e che bisogna attivarsi per porre un freno al dilagare di tali fenomeni.
Photo Credits: Facebook
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