I cacciatori uccidono i loro cani per chiedere un indennizzo: la denuncia

Ogni anno i cacciatori uccidono moltissimi animali. Ma non solo cacciando. Infatti, molti di questi, sono i loro stessi cani

Che i cacciatori abbiano un rapporto particolare con i loro cani è cosa nota. Non sono certo proprietari amorevoli, anzi la maggior parte di loro tratta i 4 zampe come fossero armi che quando non funzionano più vanno cambiate. Poco importa se questi esseri hanno dei sentimenti, loro non si affezionano: se sono vecchi i cani da caccia vanno sostituiti. Alcuni così vengono abbandonati, altri, purtroppo uccisi da chi li ha cresciuti e addestrati. Ma c’è chi pensa che dietro questi “animalicidi” si nasconda una questione economica: la richiesta di indennizzo.

I cacciatori uccidono i cani che non servono più

Secondo i dati raccolti da Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente) sono circa 700mila i cacciatori italiani che dispongono di oltre un milione di cani. Ogni anno molti di questi muoiono a causa di quelli che comunemente vengono chiamati “incidenti di caccia”: molto spesso i pelosi vengono uccisi a fucilate dai loro stessi proprietari in quanto anziani o semplicemente inutilizzabili, facendo poi passare l’abbattimento per un incidente.

Soldi alla base di tutto

Il fine, a quanto pare, è quello di richiedere l’indennizzo, essendo i cani assicurati proprio come i cacciatori. Solo nel 2016 le pratiche di indennizzo per questo tipo di incidenti che hanno visto la morte dei cani sono stati oltre 3mila: si pensi che è stata riscontrata anche una forte diminuzione rispetto agli anni precedenti. Merito anche dell’attenzione che le associazioni animaliste, i volontari e la stampa ha dedicato alla questione. Ma sono ancora troppo i cani ad andare incontro a un destino orribile e lo Stato deve intervenire.

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