In California è stata approvata una legge che vieta la vendita di animali provenienti da allevamenti. Secondo il decreto, che andrà in vigore a partire da gennaio 2019, gli animali venduti nei negozi dovranno provenire unicamente da rifugi, canili, gattili o cliniche veterinarie.
Nello stato della California, in USA, nei negozi di animali non potranno essere più venduti cuccioli da allevamento, ma soltanto cani, gatti o conigli provenienti da rifugi, canili, gattili o cliniche veterinarie autorizzate. Ad approvare tale legge è stato il governatore democratico Jerry Brown, il quale è contrario, come moltissime associazioni animaliste, alle cosiddette “puppy mills”, ossia fabbriche di cuccioli. Dietro questi allevamenti si nascondono quasi sempre casi di sfruttamento e maltrattamento di animali; in particolare le femmine vengono continuamente ingravidate al fine di produrre un numero elevato di cuccioli in brevissimo tempo, con conseguenze molto gravi per la loro salute.
La legge prevede una multa di 500 dollari per tutte le strutture che continueranno a vendere esemplari provenienti da allevamenti e chi non osserva il provvedimento rischia la chiusura immediata della struttura e l’incriminazione dei responsabili.
La notizia dell’approvazione della legge, che andrà in vigore a partire da gennaio 2019, è stata ben accolta da moltissime associazioni che si battono per i diritti animali, come la Humane Society, l’ASPCA (American Society for the Prevention of Cruelty to Animals) o la Social Compassion in Legislation. Secondo l’American Kennel Club, invece, la legge approvata da Jerry Brown limiterebbe non soltanto la libertà dei privati di accudire cani e gatti di razza, ma anche l’attività di molti allevamenti che non esercitano alcun tipo di sfruttamento sugli animali.
L’obiettivo principale di questa legge è quello di sconfiggere il fenomeno del randagismo e aiutare gli animali accolti nei rifugi. Spesso in America, a causa del sovraffollamento dei canili, gli animali che non trovano adozione in tempi brevi vengono poi soppressi. Sono circa 32 gli stati americani che fanno ricorso a tale pratica e, secondo l’American Society for the Prevention of Cruelty to Animals, ogni anno negli Stati Uniti vengono uccisi circa 1,5 milioni di animali domestici. Si spera dunque che tale legge possa essere risolutiva per porre fine all’eutanasia di cani e gatti.
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