Lo chef stellato Antonello Colonna accoglie con grande amore nel suo resort cani e gatti abbandonati
“A casa mia c’è un traffico… bestiale”. Parola dello chef stellato Antonello Colonna che, in un’intervista rilasciata all’agenzia Adnkronos, ha parlato del suo grande amore per gli animali, soprattutto per cani e gatti. In tv lo vediamo cercare di risollevare hotel in grave difficoltà o sull’orlo del fallimento, nella vita di tutti i giorni si dedica la sua passione per la cucina, ma anche a tanti quattro zampe che vagano per la sua lussuosa tenuta in quel di Labico, nella campagna romana. Al cancello spesso e volentieri trova degli scatoloni in movimento e non esista a prendersi cura di questi animali abbandonati. Un feeling, canino e felino, maturato in giovane età, grazie ai genitori, anch’essi ristoratori. E in giro, con il passare del tempo, la voce si è sparsa.
“Cinque anni fa quando ho aperto qui il mio resort – ha raccontato ancora – ho cominciato a trovare dei cagnolini che chiedevano solo ospitalità e affetto. Io li trovavo, li guardavo e li adottavo. Ora, quando li accolgo, gli faccio fare i controlli sanitari. Tutti quelli che stanno con me hanno il microchip e un collarino con la scritta ‘il mio papà è Antonello Colonna’”. Gli ospiti della sua struttura capita che subiscano un innamoramento di questo o quell’animale, e se lo vogliano portare a casa. Lui dice subito sì, ma con un’avvertenza: tenere in casa un piccolo 4 zampe vuol dire impegno e amore. In caso contrario, non “buttarlo” in strada, c’è sempre lui a riaccoglierlo a braccia aperte. Come nel caso del gatto Pippo, in quanto il bambino di Napoli che lo aveva preso si è scoperto era allergico al suo pelo.
Antonello tiene anche un album con le foto di cani accolti nella sua casa e poi adottati. Uno, però, non ce l’ha proprio fatta a darlo via: “Si chiama Argo – ha spiegato – lui sta con me perché lo amo troppo”. E, naturalmente, nel suo resort cani e gatti, quelli degli ospiti, sono i benvenuti, anche nel ristorante. Del resto li faceva entrare anche 30 anni fa, quando i gestori attaccavano targhe con il divieto di accesso ai Fido. Lui, invece, si fece fare una targa con una croce sul simbolo dell’uomo che porta il cane al guinzaglio. Come dargli torto!
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