Dalila Di Lazzaro e il suo gatto centenario [FOTO]

Dalila Di Lazzaro parla del suo Domenico, un gatto di 22 anni, che è diventato parte della sua famiglia e che l’ha aiutata nei momenti difficili

Nel 1977 recitò nel film Il Gatto di Luigi Comencini, con Ugo Tognazzi e Mariangela Melato. Dopo 40 anni un gatto è di nuovo tra i protagonisti della vita di Dalila Di Lazzaro, in particolare della sua ultima fatica letteraria, in uscita a breve. Ne La vita è così. Passioni e virtù per uscire dalla crisi, la sessantaquattrenne attrice friulana ripercorre la sua vita professionale e privata, svelando le strategie usate per uscire dai momenti di crisi, che hanno tra i protagonisti anche i suoi due animali, un cane e un gatto: Happy e Domenico.

Sono la sua pet therapy

“I due, Domenico e Happy, si sono amalgamati e sono diventati la mia pet therapy”, ha raccontato al Corriere della sera. Quando il gatto Domenico, oggi 22 anni, è entrato nella sua vita, Dalila Di Lazzaro aveva appena adottato un Labrador, ma la convivenza non è mai stata un problema, anzi. I due animali sono stati di grande supporto all’attrice e scrittrice per superare molti momenti difficili, come la prematura scomparsa del figlio ventiduenne e il grave incidente che l’ha costretta a una lunga convalescenza. “Solo le bestiole hanno una tale purezza d’animo — ha detto la Di Lazzaro — Ogni persona sola, soprattutto se anziana, dovrebbe poter avere un cane o un gatto con cui dividere la propria esistenza. Amo molto i cani, più dei gatti”.

I gatti prima di Domenico non le piacevano troppo

Però Domenico ha conquistato il cuore di Dalila e ormai sono una famiglia. “Quando Happy è morto, non ero solo io a svegliarmi nottetempo e andare a vedere la cuccia, vuota. Anche lui era spaesato. Dormivano sempre insieme. Il giorno in cui Happy se ne è andato, è stato il micio a venire a svegliarmi e a graffiare la porta della mia stanza per richiamare l’attenzione. Happy non era nella sua cuccia. Si era trascinato verso la porta di casa per morire, forse avrebbe voluto poter uscire”.

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