L’amicizia vera non ha specie. Lo dimostra la storia di Crisbo, un cane caduto in depressione dopo la morte del suo compagno peloso, un gatto. Quello che ha fatto l’animale è davvero incredibile
C’è chi pensa che cani e gatti non possano essere amici veri. Anche quando vivono insieme, così diversi nei loro atteggiamenti e temperamenti, nei loro gusti, nel loro modo di amare gli umani. Per alcuni si tollerano, ma non potranno mai essere uniti. E, invece, no, non è affatto così. Lo dimostra la storia di Crisbo, un cane caduto in depressione dopo la morte del suo compagno, un micio. A raccontarla sul blog gattomiaoecanebau è il proprietario del dolce cagnone.
“Quando io dico che i miei animali capiscono e hanno dei sentimenti, i miei amici mi dicono che sono fuori di testa – scrive l’uomo – Ecco perché ho deciso di condividere qui la mia storia, perché voglio che tutti conoscano il cuore grande dei nostri amici pelosi. Avevo due cani e un gattino ma purtroppo, sei mesi fa il gatto è volato in cielo e qualche settimana fa, anche uno dei miei due cani lo ha raggiunto. Crisbo è rimasto solo ed è caduto in depressione”. Da sempre un compagno dolce e affettuoso, era molto legato ai suoi “fratelli pelosi”. Talmente tanto che, quando è rimasto solo, era così triste da non voler quasi uscire di casa e nemmeno mangiare. “Un giorno – prosegue – arrivato a casa, non l’ho visto aspettarmi alla porta. Mi sono preoccupato subito, ormai era una questione di abitudine, mi sentiva rientrare e veniva alla porta. Ho iniziato a chiamarlo, sono entrato in casa e non c’era”.
Ovviamente, il signore in questione è stato preso dal panico. Poi ha sentito dei rumori provenire dal bagno, ho aperto la porta e l’ha visto. Crisbo cercava di nascondere qualcosa con il suo corpo, ma l’uomo non riusciva a capire cosa. Poi, quando il cane si è spostato ha capito: dietro a Crisbo c’era un micino. “Non avevo idea di come fosse finito in casa mia – ha detto – probabilmente lo aveva trovato in giardino e portato con sé. Ho bussato alle porte di tutte le case del mio quartiere ma niente, non apparteneva a nessuno. Un paio di vicini mi dissero che erano un paio di giorni che lo vedevano per strada”.
A quel punto, il gatto è stato portato dal veterinario, ma non aveva microchip. “Il dottore mi disse che aveva circa 4 mesi – ha continuato – e probabilmente la sua mamma lo aveva rifiutato”. Se lo avesse portato in un rifugio, probabilmente il gattino sarebbe rimasto là per sempre o, peggio ancora, ucciso. Così l’uomo ha deciso di riportarlo a casa, almeno per la notte. “Non appena ho varcato la soglia della porta con il micino in mano – ha concluso – Crisbo ha iniziato a scodinzolare, allora ho capito tutto. Lo aveva trovato, aveva capito che aveva bisogno di qualcuno, che era solo e spaventato e aveva deciso di prendersi cura di lui“. Da allora Crisbo e il gatto sono inseparabili. E ora veniteci a dire che cane e gatto non possono essere amici.
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