Ugo Bettio, animalista attivista da anni impegnato nella lotta per la tutela degli animali e per la salvaguardia dell’ambiente, in questa intervista esclusiva racconta la sua personale esperienza dopo aver visitato degli allevamenti intensivi.
Lei è responsabile L. E. A. L. Pavia e promotore del movimento “Se nulla importa, importerà” i cui obiettivi sono la salvaguardia degli animali e dell’ambiente, secondo Lei prima o poi importerà davvero? Esistono a suo avviso reali presupposti per un reale cambiamento?
Innanzitutto vorrei ringraziarvi della vostra collaborazione. Cercherò di essere succinto, vista la grandezza del tema. Il pianeta soffre e il polso febbrile è molto alto. Dati alla mano la principale causa di deforestazione, inquinamento, cambiamento di ogni ecosistema e dolore sono provocati dai nuovi lager chiamati innocentemente allevamenti. La popolazione umana attualmente è di circa 7,3 miliardi di persone e circa 1 miliardo muore o non ha sufficientemente cibo. È stimato che, se adottassimo un regime alimentare vegetale, ci sarebbero risorse alimentari per 10/12 miliardi di persone. La filiera produttiva della carne è una conversione alla rovescia, necessitando di moltissimo per produrre pochissimo. Dati F.A.O. esprimono paragoni di conversione in circa 18.000 litri d’acqua e 17 kg di cereali per produrre nel suo processo completo 1 solo kg di essere vivente commutato in cibo (carne). Penso che non sia difficile comprenderne l’assurdo paragone. Conscio che l’incalzante aumento demografico porterà obbligatoriamente a non consumare prodotti animali se qualcuno vorrà salvarsi. Auspico che al più presto l’empatia faccia il suo percorso attraverso la conoscenza che attualmente abbiamo tramite varie fonti d’informazione. Dovrà importare se vogliamo dare un futuro a tutti… anche agli uomini.
Lei si batte spesso nelle piazze italiane con dei video presidi finalizzati a sensibilizzare le persone sulla progressiva distruzione del pianeta ad opera dell’uomo e sulle atroci sofferenze inflitte agli animali utilizzati nei laboratori o destinati all’industria alimentare. Che riscontro hanno solitamente queste manifestazioni?
Spesso mi accorgo di quanta disinformazione alberga nel genere umano, dalla totale conoscenza pilotata da interessi economici che porta a non valutare con imparzialità questo tema. A volte i passanti sembrano del tutto sorpresi e seguono con interesse video e orazioni, altre si mettono sulla difensiva sorridendo. Dipende molto dal messaggio, da come viene formulato e su quali basi è espresso. In ogni caso, serve comunque a far riflettere e a mostrare ciò che non avranno mai visto.
Ultimamente ha documentato attraverso un video reportage ciò che accade negli allevamenti a terra, dove gli animali sono tenuti in condizioni molto oltre la disumanità. Ci può descrivere cos’ha visto esattamente?
Sì, ho avuto modo di vedere di persona gli “allevamenti a terra” di pollame e Le dico che sono rimasto (se mai necessitava) ulteriormente sconvolto. Decretati migliori perché non prevedono gabbie e proposti come scelta “meno cruenta” e salutistica. Le assicuro che ciò che ho visto è aberrante. Stipati a migliaia in una sorta di “manicomio” vivono perennemente con luce artificiale accesa per stimolare il consumo di cibo. Non vedono mai sole e luna, com’è fatta la terra, un fiore. Un insetto è fantascienza. Nessun elemento naturale potrà mai entrare nelle loro assurde vite. “Gonfiati” con cibo miscelato e creato per una rapida crescita viene addizionato con farmaci per promuovere il “gonfiaggio” e prevenire le potenziali malattie che possono scatenarsi in un ambiente tanto assurdo. L’odore acre che ne scaturisce, saturo di ammoniaca e di feci è nauseabondo, pensate viverci perennemente. Ho notato molte parti del corpo spiumate a causa dei disturbi da stress provocati dalle condizioni di vita dissociate da ogni forma di logica ed etologica. Gli animali che vivono negli allevamenti sono monocolore, dello stesso peso e sembrano tutti cloni. Modificati geneticamente per sviluppare le parti che l’uomo desidera maggiormente consumare, sono vittime innocenti ignare della follia umana che li ha creati. Cresceranno rapidamente come mai “madre natura” li avrebbe voluti, ma se proponiamo la verità dobbiamo dire sempre anche i lati più subdoli, quali i potenziali pericoli per tutti. Gli uomini che si cibano di animali modificati e gonfiati assumono tutte le sostanze di cui gli stessi si sono nutriti. Non fatevi ingannare dalle pubblicità che decretano come più innocenti questi allevamenti. Gli interessi economici sorvolano ogni principio.
La stessa sofferenza è inflitta quotidianamente ai maiali e alle mucche destinate all’industria della carne. In realtà poche persone sono a conoscenza di ciò che realmente accade e non riescono a fare giusti collegamenti tra le atroci sofferenze a cui sono sottoposti questi animali e ciò che acquistano al supermercato e che arriva sulle loro tavole. Crede sia solo un problema di disinformazione?
Sì, penso che il primo scoglio sia la disinformazione ma aggiungerei voluta. È sicuramente scomodo vedere chi era l’ingrediente sotto agli occhi. Ma, se il processo di lobotomizzazione da parte delle industrie attraverso le pubblicità ha fatto sicuramente centro, non si può far finta che il mondo cambi. Se ci inoltriamo in ogni supermercato possiamo constatare che i prodotti Vegan sono presenti. In Italia siamo una fetta di persone in continua crescita tra vege/vegani e questo grazie alle tante informazioni possibili e alle tenaci proposte di vari gruppi ed associazioni. Solo pochi anni fa il palcoscenico era totalmente differente. Bisogna perseguire con costanza e serietà questa missione. L’empatia è un dovere più che una dote.
Qual è il confine tra disinformazione e mancanza di sensibilità? A suo avviso, un’umanità più consapevole sarebbe un’umanità meno crudele?
Beh… da Socrate a Platone, fino a Leonardo da Vinci ed Einstein… penso che un’evoluzione possa definirsi tale quando il rispetto per il diverso e il più debole sia al primo posto. Qualcuno ha scritto: Il livello di civiltà di una nazione si misura da come tratta gli animali. Attualmente stiamo ancora aspettando ma specialmente LORO che sono in fila nel corridoio della morte, attendono da troppo. Se provassimo a fare un passo all’interno di un mattatoio le cose sarebbero diverse. Ma vede siamo autorizzati a vedere i campi e la frutta, la verdura e i cereali, come mai i mattatoi sono così nascosti e chi vi entra è perseguibile con ammende e multe? Per non dire oltre. Vi è una sorte di mistero, una “cospirazione” per cui gli uomini non possono e non devono sapere il vero volto della carne. Ma credo che presto la logica avrà il sopravvento sul denaro, spero presto davvero.
Dal punto di vista dell’uomo comune, dunque non solo degli attivisti, cosa secondo Lei si può fare?
Informarsi ed informare, dare esempi, non farsi intimorire e soprattutto avere la consapevolezza di stare dalla parte della giustizia. Ciò che è legale spesso è ingiusto. Non barricarsi dietro alla frase “è sempre stato fatto cosí” e slobotomizzarsi guardando meno TV oppure scegliendone di “qualità”. Visitare oasi e rifugi, conoscere veramente chi sono gli animali e far vedere ai bambini gli animali come amici e non oggetti. Non credere ma cercare. La verità fa bene ed è una dilagante forza aggregante.
Su quali fronti si sta muovendo per portare avanti la sua battaglia antispecista?
Nel mio piccolo cerco di portare informazione attraverso le piazze e i convegni e nel contempo di fare quante più esperienze possibili su vari fronti. Questa è una scuola come uomo ed attivista, apprendendo più aspetti possibili. La motivazione scaturita nel vedere tutte le possibili situazioni avrà un risvolto positivo in termini di credibilità. Trarre in salvo gli animali è impagabile e rende una vita soddisfacente nel sentirsi utili per LORO. Vedere degli occhi spenti incominciano a brillare dona un’immensa gioia. Vivere per un ideale rende la vita degna di essere vissuta.
Come sarà il futuro per gli animali e per il pianeta?
Il pianeta Gaia non ha bisogno dell’uomo, semmai il contrario. Gli animali vivono molto meglio se li lasciamo in pace e non li perseguitiamo. Se farne parte è la logica di vita all’interno di questo fantastico palcoscenico chiamata biodiversità, allora dobbiamo imparare a rispettarla invece di sconfiggerla, farne parte invece di distaccarci, trovate voi il finale…
Photo Credits: Press Office “Se nulla importa, importerà”