Per non dimenticare il cane Angelo e per sensibilizzare le persone al rispetto degli animali, contro ogni abuso e violenza, è stata realizzata una docu-fiction ispirata al terribile caso di Sangineto.
Animali, crudeltà, e giustizia. #Angeli – Storia di ordinaria ingiustizia è una docu-fiction ispirata alla triste storia del cane Angelo, il randagio di Sangineto che il 21 giugno del 2016 venne brutalmente ucciso da quattro ragazzi, autori anche del video pubblicato sul web che ha sconvolto, indignato e smosso l’Italia intera. È stata pensata e realizzata con una finalità didattica, con l’obiettivo di portare nelle scuole questa vicenda e dimostrare che non esistono violenze di serie A e violenze di serie B.
#Angeli, realizzato all’interno del progetto di comunicazione sociale “Allegra, Yes I am”, nasce da un’idea di Antonella Tomaselli (autrice e scrittrice: il suo libro più recente, un grande successo italiano e internazionale, 25 grammi di felicità, è edito da Sperling & Kupfer), Fabiana Grasso (ideatrice del progetto “Allegra, Yes I am”) e Roberta Giudetti (scrittrice, sceneggiatrice e docente di regia), con l’obiettivo di dimostrare la gravità di tali violenze e la necessità di introdurre sanzioni penali più severe per chi commette reati nei confronti degli animali, per il bene della società stessa.
La docu-fiction, diretta da Mattia Terribile, è stata realizzata a budget zero grazie a Simone Giovanni Bregante, Taha Menyar, Alessandro Codina, Marco Veneroni, Michele Angelini, Andrea Legnani, Altea Aleotti, Dayana Gonzalez e Noto Seng Pheap, giovanissimi studenti di regia dell’ACME – Milano. Nel filmato si alternano scene che riportano i fatti di Sangineto ‒ senza mai mostrare atti di crudeltà ‒ e testimonianze d’eccezione. Artù, il cane protagonista, è un beagle. È stato volutamente scelto un cane che non assomigliasse a Angelo, con la volontà di segnalare e ricordare che purtroppo esistono tanti “Angeli” che quotidianamente subiscono atti di inaudita violenza da parte dell’uomo.
Reati che rimangono impuniti. La docu-fiction inzia con un riferimento alla storia del cane Angelo, con le immagini di un abbandono. Seguono, alternandosi, gli interventi di Francesca Console, responsabile della pagina Facebook “L’urlo di Angelo”, di Edgar Meyer, presidente dell’associazione “Gaia Animali & Ambiente”, della psicoterapeuta e direttore scientifico della ludobiblio dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze Manuela Trinci, di Rossella Nigro, avvocato di Gaia Lex Cosenza. Le immagini di fiction che raccontano, senza mostrarlo, un atto di violenza nei confronti del cane abbandonato. Termina con lettura sentenza. La voce narrante è dell’attrice e conduttrice televisiva Alessandra Casella.
Il 26 maggio è stata emessa la sentenza: massimo della pena per i quattro ragazzi, che sono stati “condannati a sedici mesi, pena sospesa subordinata all’espletamento di sei mesi di volontariato (non retribuito) presso una struttura-canile, da effettuarsi entro un anno dal passaggio in giudicato della sentenza, risarcimento del danno in via equitativa alle parti civili, condanna alle spese processuali”. Una condanna esemplare sulla base delle leggi vigenti, che però mostra chiaramente la necessità dell’inasprimento del sistema sanzionatorio nazionale, chiosa il presidente dell’associazione Gaia Animali & Ambiente Edgar Meyer.
Photo Credits: Press Office Associazione “Gaia Animali & Ambiente”
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