L’estate è il periodo in cui molti animali si procacciano il cibo con un obiettivo: conservare le energie per l’arrivo dell’inverno e, dunque, per il momento in cui dovranno andare in letargo. Ma cos’è il letargo e quali sono le specie che si addormentano per lunghi periodi? Lo scopriamo di seguito
Di animali che vanno in letargo ce ne sono parecchi, ma non tutti lo fanno allo stesso modo e con gli stessi tempi. Ma cosa rappresenta esattamente per alcune specie il letargo? Si tratta di un’abitudine per tutti quegli animali che, per non sprecare energie di fronte alle temperature assai rigide dell’inverno, trascorrono un periodo di veglia o dormiveglia in attesa che il termometro si rialzi e possa permettere loro di tornare a procacciarsi il cibo. Durante questo periodo, la respirazione e le pulsazioni sanguigne rallentano, la temperatura corporea si abbassa sino a 10 gradi e l’apparato digerente diventa sostanzialmente inattivo. Di seguito scopriamo quali sono gli animali che si addormentano per lunghi periodi.
La definizione “dormire come un ghiro” non è casuale. Questo animale, infatti, è un “orologio svizzero” in fatto di letargo. È consuetudine per questa specie andare a dormire in autunno e risvegliarsi a maggio. Il sonno, inoltre, è continuo e non prevede alcune pause. Stesso discorso per i ricci e per le marmotte, le quali, vanno a riposo a gruppi. Prediligono l’autunno come inizio della dormita anche quegli anfibi e rettili che amano la bella stagione, come le salamandre e le vipere.
Sono molti gli animali che riescono a resistere ai primi freddi e continuano a procacciarsi il cibo in vista del letargo. Tra questi, troviamo gli orsi, le formiche, gli scoiattoli e i pipistrelli. Queste specie, rispetto a quelle elencante precedentemente, non solo ritardano di qualche mese il momento del letargo, ma lo effettuano con modalità diverse. Sia gli scoiattoli che gli orsi, quelli polari e quelli bruni, infatti, alternano momenti di sonno ad attimi in cui si rifocillano con le scorte accumulate durante il bel tempo. Non un sonno continuo, dunque, ma uno stato di dormiveglia che si protrae sino alla primavera, quando è tempo di ritornare a cacciare il cibo in vista del prossimo letargo.
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