Una vicenda quasi inverosimile quella accaduta a Firenze, dove un cane, abbandonato in casa senza acqua né cibo dalla sua proprietaria che era partita per le vacanze, si è lanciato dal balcone.
A cosa può arrivare la disperazione di un cane maltrattato? Molte persone che adottano un animale purtroppo non si rendono conto delle responsabilità che questo comporta e soprattutto non tengono conto del fatto che i cani, esattamente come le persone, sono dotati di una psiche e di sentimenti, nelle situazioni di difficoltà, possono provare dolore, rabbia, solitudine, frustrazione, senso di abbandono, angoscia e finanche depressione. Deve aver provato un mix di queste sensazioni Clambè, un meticcio di dieci anni residente a Firenze che, per la seconda volta, si è lanciato nel vuoto dal balcone della sua abitazione nel quartiere Rifredi, dove è stato lasciato senza acqua né cibo per un’intera settimana.
La proprietaria era partita per le vacanze e lo aveva completamente abbandonato a se stesso, senza neanche lasciargli il necessario sufficiente a sopravvivere e senza preoccuparsi di cosa gli sarebbe potuto accadere in quelle condizioni. Forse sperava di trovarlo morto e di liberarsi così di lui una volta per tutte? Il cane però ha cercato una via di fuga e si è buttato giù, a questo punto non si sa se per salvarsi o per porre fine alle sue sofferenze in modo autodistruttivo. Fortunatamente, in conseguenza della caduta, il cane ha riportato solo una frattura alla zampa, ma si è salvato.
Recuperato da alcuni vicini e affidato alle guardie zoofile dell’ENPA, il cane è stato sottoposto a delle visite mediche per accertare il suo stato di salute, dalle quali è emerso che il cane veniva regolarmente percosso. Le numerose ferite ed abrasioni sul suo corpo raccontano una storia di abusi e di maltrattamenti. Crediamo sia stato ripetutamente picchiato – hanno affermato i volontari dell’ENPA – Ma Clambè ha una grande forza e riuscirà a superare questa brutta avventura. Già in passato il cane, per gli stessi motivi, si era lanciato di sotto, rompendosi una zampa.
Difficilmente potrà riacquistare l’uso della zampa, ma ciò che ci preme di più in questo momento – ha riferito Alessandro Quercioli, a capo delle guardie zoofile di Firenze – è che il cane possa avere una vita dignitosa lontano da quella donna che per dieci anni lo ha picchiato e gli ha fatto patire la fame. Ora che questa terribile verità è venuta a galla, la proprietaria di Clambè non potrà esimersi dalle sue responsabilità. Denunciata per abbandono di animale e maltrattamenti, rischia fino a 17 mesi di carcere e una multa di 10.000 euro. Il fascicolo ora è nelle mani della Procura della Repubblica di Firenze che dovrà decidere se toglierle o meno il cane.
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