Durante una corrida ad Aire-Sur-l’Adour, in Francia, il celebre torero Iván Fandiño ha perso la vita dopo essere stato incornato dal toro al rene e al polmone.
Si è conclusa tragicamente la corrida che si è svolta il 17 giugno 2017 nell’arena di Aire-Sur-l’Adour, nel Sud-Est della Francia, durante la quale il famoso torero Iván Fandiño è stato colpito a morte dal toro e ha perso la vita mentre lo trasportavano in ospedale. Il matador trentaseienne, di origini basche è caduto e il toro, di nome Provechito, un esemplare giovane e forte, lo ha incornato colpendolo al rene e al polmone destro, infliggendogli una ferita mortale e non gli ha lasciato nessuna possibilità di scampo. Negli ultimi istanti di coscienza il torero ha detto: Fate in fretta. Sto morendo.
Non è la prima volta che un torero viene ferito e muore nell’arena. Il 9 luglio 2016 un altro torero spagnolo, Vittorio Barrio morì durante la corrida di Tuerel in Aragona dopo essere stato colpito più volte ai fianchi, al ventre e ai polmoni. Anche in passato moltissimi toreri hanno perso la vita nella stessa maniera, tra cui il celeberrimo Manuel Rodríguez Sánchez, detto Manolete, famoso in tutto il mondo, che esordì nella sua carriera di matador a soli 13 anni, che morì il 16 luglio 1947, dopo essere stato ferito gravemente da un toro di nome Islero nella celebre Plaza de Toros di Linares. La morte di Manolete, che si sospetta fosse stata causata da un’errata trasfusione di sangue, lasciò un segno profondo e divise l’opinione pubblica spagnola tra i fautori della corrida e coloro che iniziarono a contestarla duramente.
La Tauromachia è considerata una vera e propria tradizione in Spagna ma da moltissimi anni gli animalisti di tutto il mondo si battono per l’abolizione di questa cruente pratica che costa la vita a circa 35.000 tori l’anno. Sono moltissime le iniziative e le petizioni online lanciate in rete per cercare di fermare questo fenomeno, tra cui quella lanciata su ww.change.org da Claudio Lauretti indirizzata al Governo e al Re di Spagna, al Parlamento Europeo e all’ONU “Fermiamo la Corrida – chiediamo l’abolizione totale di questa barbarica tradizione”.
Sulla pagina della petizione si legge: La vita, anche quella di un toro, come essere vivente deve essere un diritto inalienabile. Ma ogni volta che c’è una corrida o un festival è la stessa storia: i tori vengono maltrattati, fatti innervosire con l’intento di far esplodere la loro rabbia e poi uccisi violentemente infilzati con delle spade tra le urla della folla eccitata desiderosa di sangue. Insieme alle vittime sacrificali designate, la maggior parte delle volte anche gli uomini vengono feriti o uccisi dai tori che, provocati continuamente e letteralmente terrorizzati, reagiscono con forza per difendere la loro vita. Anche La Corrida, come moltissime altre tradizioni popolari, è ormai superata. Non si può pensare, come in questo caso, di far spettacolo uccidendo poveri animali innocenti, strappandoli alla vita per una esibizione. La vita non è uno spettacolo.
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