Qui la zampa

Gatto ritrovato a 250 chilometri da casa: dopo 6 mesi non smette di fare le fusa

Un gatto ha percorso 250 chilometri in 6 mesi. Infatti, era scomparso da casa sua a Bristol lo scorso dicembre e lo ha ritrovato solo qualche giorno fa Hayle, un paesino di nemmeno 9mila anime della Cornovaglia

Duecentocinquanta chilometri in 6 mesi. Tanto è durato il viaggio di un gattone bianco e rosso inglese che da Bristol è arrivato fino ad Hayle, un paesino della Cornovaglia, con le sole sue forze. Ma andiamo con ordine. Tutto è iniziato a dicembre scorso quando Rio, questo il nome del felino, era scomparso dalla sua casa in un giorno come tanti. La sua famiglia l’aveva cercato dappertutto, avevano messo cartelli e appelli sui social, ma lui era introvabile. Nessuno lo aveva visto e lui non era più tornato. Certo, nel cuore dei suoi proprietari era sempre accesa la speranza di ritrovarlo, ma dopo tanto tempo sapevano che era molto difficile.

Solo qualche giorno fa, poi, la svolta: Rio era stato portato al National Animal Welfare Trust di Hayle, in Cornovaglia. Immaginate la sorpresa degli operatori quando, controllando se il gatto avesse il microchip, si sono resi conto che il micione viveva così lontano da loro. Anche perché, la vita da gitano, non ha lasciato segni evidenti sull’animale, che è apparso subito in buone condizioni, come se qualcuno lo avesse nutrito e accudito in tutto questo tempo. Lui però voleva la sua famiglia, almeno quando la famiglia voleva lui, tanto che appena hanno ricevuto la chiamata dal gattile di Hayle sono saltati in macchina per andarlo a recuperare.

Quando finalmente lo hanno visto, tutti sono scoppiati a piangere, anche il gattone che non smetteva più di fare le fusa. “Avevamo messo così tanti manifesti in città, abbiamo fatto fare anche degli annunci alla radio ma mai avremmo pensato di ritrovarlo così lontano – ha poi dichiarato la proprietaria di Rio alla stampa locale – Fortuna che aveva il microchip”. Già, ecco perché è sempre meglio metterlo sia a cani che gatti.

Photo Credits Facebook

Valeria Marucci

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