Ritorna l’attenzione sulla vicenda del lupo ucciso e impiccato a un albero a Pendenza di Città Ducale in provincia di Rieti. Si affaccia l’ipotesi di una questione politica.
L’AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) sta cercando di fare luce sulla macabra vicenda del lupo ucciso e impiccato a un albero a Pendenza di Città Ducale in provincia di Rieti lo scorso 31 maggio. In una nota stampa rilasciata dall’associazione si legge: Potremmo essere vicini a una svolta per quanto riguarda le indagini sulla morte del lupo poi impiccato ad una corda e fotografato a Pendenza di Città Ducale in provincia di Rieti. Secondo voci che si rincorrono insistentemente in paese infatti mentre da una parte si conferma che il lupo sarebbe morto non per impiccagione ma probabilmente avvelenato, dall’altra parte si avvalora la tesi di una messa in scena per quanto riguarda sia l’impiccagione del lupo e la conseguente azione fotografica che sarebbe stata una messa in scena ad uno specifico per una questione di faide politiche o forse anche elettorali.
Dalle voci che abbiamo raccolto e che ho raccolto anche io personalmente al telefono ‒ afferma Lorenzo Croce, presidente dell’AIDAA ‒ si va verso la conferma del fatto che il lupo non sarebbe morto impiccato ma che l’impiccagione e il cartello sarebbero stati messi appositamente dopo per motivi di faide locali. Qualcuno, ma qui siamo nel vero e proprio campo delle ipotesi suggestive si spinge a sottolineare che il lupo sia stato impiccato per mettere in cattiva luce il sindaco che si ricandida alle elezioni del prossimo 11 giugno allo scopo di metterlo in cattiva luce, ma ripeto ‒ conclude Croce ‒ qui siamo nel campo delle pure ipotesi, resta il fatto che comunque in paese sono molti ad indicare l’impiccagione e tutto quello che ne è conseguito come una messa in scena per mandare un messaggio preciso, non tanto da parte degli allevatori ma per fini e finalità politiche inconfessabili.
LEGGI ANCHE MACABRA SCOPERTA A RIETI: LUPO IMPICCATO A UN ALBERO [IMMAGINI FORTI]
Photo Credits: Twitter
