Un Chihuahua, Mojo, di proprietà di un anziano solo e malato di Alzheimer, è morto di fame e di sete. Per evitare altri casi come il suo ora è nata una fondazione per onorare la sua memoria
Morto per indifferenza e solitudine, per l’egoismo della società in cui viviamo. La vittima di cui parliamo si chiamava Mojo, era un piccolo Chihuahua che oggi non c’è più. Ma non a causa di una malattia, né della cattiveria dell’essere umano. Lui era il cane di compagnia di un anziano malato di Alzheimer. I due vivevano in una piccola stanza e trascorrevano le giornate l’uno accanto all’altro scambiandosi affetto e amore.
Peccato che le loro esistenze intrecciate indissolubilmente erano anche prive di qualsiasi tipo di contatto con il mondo esterno: nessuno li veniva a trovare, nessuno si interessava di loro, nessuno voleva loro bene. Purtroppo per il proprietario di Mojo giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, la malattia è diventata sempre più implacabile e inesorabilmente tutto davanti ai suoi occhi e nella sua mente è diventata nebbia, dalla memoria alla capacità di dedicarsi al piccolo amico a quattro zampe. Per il piccolo niente più coccole, tanto freddo, ma soprattutto niente più cibo né acqua.
Fino a che per Mojo non c’è stato più nulla da fare. Vani sono stati i tentativi di salvare il cagnolino, che alla fine si è arreso. La notizia ha fatto rapidamente il giro sui media e in Rete, e su Facebook è stata creata una pagina, Mojo’s Mission, in suo ricordo, con l’obiettivo di aiutare i cani bisognosi. Così come è stata creata una fondazione dedicata alla prevenzione della negligenza non intenzionale nei confronti dell’animale domestico. Chi volesse informazioni può andare su Internet all’indirizzo www.themiafoundation.com. Per evitare che altre tragedie del genere si ripetano.
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