“Caro amico ti scrivo…” è la nuova rubrica di dedicata ai quattro zampe (e non solo) e ai loro proprietari. È uno spazio in cui i nostri lettori ogni settimana potranno inviarci foto e video dei loro amici animali (nessuna specie esclusa) e raccontarci le loro storie e i loro aneddoti, oppure semplicemente inviare, insieme alle immagini e ai filmati, un pensiero, una frase o una dedica per il proprio amato peloso.
Per la nostra rubrica dedicata ai lettori questa settimana abbiamo una lettera molto toccante inviataci da Noemi Pantusa dedicata alla sua cagnetta scomparsa.
Per la prima volta, oggi, dopo sedici anni, rientrando a casa non ti ho trovata ad aspettarmi. Hai passato la vita a correre dalla cucina alle scale per vederci tornare, per mettere la testa tra le ringhiere e ricevere la prima carezza; ultimamente non te la sentivi più ma nonostante questo ogni volta che varcavamo la soglia di casa tu alzavi gli occhi, quegli occhi grandi e neri, per guardarci. Ricordo ancora quando sedici anni fa Riccardo e Giuliano ti portarono a casa, mi pare fosse proprio maggio sai? Eri piccina, con poco pelo e i colori sul tuo muso ricordavano una piccola maschera così mamma pensò subito di chiamarti Mascherina. Sei stato il mio primo cane e chi non ha mai avuto un cane non può capire cosa significhi dover insegnare per la prima volta dove fare la pipì, dove dormire, le ore delle passeggiate.
Eravamo piccole quando la domenica andavamo nelle piste da cross per seguire Riccardo e Giuliano durante le gare; tu ti divertivi a scavare, facevi delle buche enormi mentre io giravo con la bicicletta. I ricordi con te sono innumerevoli. Ti ricordi quanto adoravi andare in macchina? Mettevi il muso fuori dal finestrino e il vento sferzava i tuoi peli riccioluti. Quante sere hai passato in braccio a Ricky guardando il computer, tante quante sei saltata sulle gambe per vedere cosa ci fosse sul tavolo. Il mondo era più bello insieme a te. È stato bello insegnarti a camminare senza guinzaglio: quanti sforzi dietro casa della nonna, ricordo però anche l’immensa soddisfazione quando camminammo una accanto all’altra per la prima volta.
Ricordo quando per la prima volta feci la pazza in carriola (che forse la pazza da piccola ero io per aver coniato un simile appellativo), ci avevi fatto ridere tantissimo, correvi, correvi e la felicità trapelava dai tuoi occhi. Qualche anno fa ci facesti spaventare tutti ammalandoti ma, da brava Highlander quale sei sempre stata, riuscisti a sopravvivere. Abbiamo sempre detto che tu avresti seppellito tutti, probabilmente sarebbe stato così, ci hai lasciato anche quest’ultima scelta: la decisione di capire quando la tua vita non poteva più essere considerata tale.
Molte volte ti ho accusato di essere il cane peggiore del mondo, tu non crederci, non farlo mai. Voglio credere al ponte dell’arcobaleno, voglio credere al fatto che da adesso tu possa rivedere cucciolo, quel criceto che amavi osservare e chiunque altro ti abbia voluto bene. Immagina il pollo, il divano, le coccole, il balcone, la banda, le passeggiate, le buche, la coperta che ti avvolgeva, immagina che tutto questo possa essere moltiplicato all’infinito. Nonostante il futuro, l’amore che darò ancora, nessuno sarà mai più il mio primo cane.
Noemi Pantusa
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