Una donna di 59 anni, madre di 3 figli, è stata uccisa dai cani che amava e che allevava in maniera amatoriale in casa sua. Ora si pensa alla soppressione degli esemplari. Ma è polemica
Belli, fieri e dal muso simpatico e dall’espressione sorridente. Eppure, allo stesso tempo, estremamente pericolosi. Sono i cani Boerboel, responsabili della morte di una allevatrice di 59 anni, Jane Hoffmann Egle, madre di 3 figli, che a questa razza aveva dedicato la sua stessa vita. Ed è per questo che ora, in North Carolina, dove è accaduto il fatto, si parla della soppressione di questi animali, nonché di vietarne la riproduzione e la vendita.
Ma andiamo con ordine. Secondo quanto ha scritto la stampa del luogo, lunedì scorso, intorno alle 17 ora locale, la polizia è stata chiamata da alcuni vicini per segnalare la presenza di un cane aggressivo in una casa nella contea di Buncombe: quando gli agenti sono arrivati sul posto hanno trovato uno dei Boerboel di Jane fuori di sé. Era aggressivo e non consentiva a nessuno di entrare in casa. “Solo dopo diversi tentativi siamo riusciti a immobilizzarlo e ucciderlo per poter soccorrere la sua padrona” ha detto Natalie Bailey, portavoce dello sceriffo. Per Jane, però, non c’era più nulla da fare.
Le autorità, però, hanno trovato altri 7 cani in casa, 6 Boerboel e un cane da montagna dei Pirenei, tutti portati all’Asheville Humane Society: lì gli animali sono stati sottoposti a un’analisi del comportamento che ha messo in luce la loro pericolosità. “Non possono rientrare a far parte della comunità – ha detto Meredith Riddick, dell’Asheville Humane Society – Sono pericolosi a tal punto che stiamo valutando come effettuare l’eutanasia senza mettere a rischio il nostro personale”. Ma cosa è andato storto? È davvero questa l’unica soluzione possibile? Sono diverse le associazioni americane che si stanno interessando della vicenda, mentre sui social rimangono le foto di Jane e i suoi amati Boerboel. Un amore che le è costato caro.
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