Ha trucidato la sua cagnetta a colpi di fucile, vantandosi del suo gesto. È accaduto in provincia di Imperia. L’uomo rischia ora la reclusione per maltrattamento e uccisione di animale.
È proprio il caso di dire che non c’è limite alla crudeltà umana e che talvolta sconfina nell’inimmaginabile. È sicuramente oltre ogni immaginazione ciò che è accaduto a Borghetto d’Arroscia, in provincia di Imperia, dove un pensionato di 73 anni ha caricato in auto la sua cagnolina, un incrocio tra un pinscher e un volpino di circa tre anni, per poi andare a ucciderla a fucilate. Con sé aveva due fucili da caccia detenuti illegalmente in quanto il suo porto d’armi era scaduto da anni.
Dopo aver fatto salire la cagnetta in auto – che, ignara del destino che l’aspettava, credeva di andare a fare una passeggiata col suo proprietario – si è recato in una frazione del suo paese, l’ha fatta scendere e le ha sparato a bruciapelo, freddandola con un colpo di fucile calibro 12 e poi gettando il cadavere in un fiume. L’assurdo motivo addotto a giustificazione del folle gesto è che la cagnetta aveva tentato di morderlo, ma dai primi accertamenti dei Carabinieri, è evidente che si è trattato di un gesto premeditato.
Il dettaglio ancor più macabro è che, dopo essere tornato in paese, l’uomo ha raccontato l’accaduto vantandosi del suo gesto con le persone del luogo, le quali hanno subito allertato i Carabinieri. Dopo essere stato interrogato, l’uomo con grande disinvoltura ha ammesso di aver volutamente ucciso il suo cane e dovrà ora rispondere dei reati di maltrattamento e uccisione di animale.
Grande l’indignazione del mondo animalista e su Facebook è stata creata un gruppo Giustizia per Lola, con l’hashtag #giustiziaperlola, nonché un comitato affinché la giustizia faccia il suo corso e l’uomo sconti la pena prevista dal codice penale per questo genere di reati. Secondo l’Art. 544-bis c.p. (uccisione di animali), che prevede che Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi quattro mesi a due anni l’uomo rischia il carcere.
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