A Colorina, in provincia di Sondrio, un cane è stato barbaramente ucciso con un forcone. Il suo carnefice non si è limitato a togliergli la vita ma ha anche infierito sul suo cadavere, mutilandolo.
Un episodio di agghiacciante crudeltà è avvenuto a Colorina, in provincia di Sondrio, dove un cane è stato barbaramente ucciso con un forcone. Il cane, di nome Aro, è stato trovato dal suo stesso proprietario che ha potuto constatarne non solo la morte ma anche un’orribile mutilazione, perché la mano assassina non si è limitata a uccidere, ha voluto infierire sul suo corpo ormai esanime. Una furia implacabile che lascia sgomenti. La proprietaria ha raccontato: Presentava un taglio di 20 cm nell’addome, con fuoriuscita delle viscere e traumi multipli in tutto il corpo. È stato colpito ripetutamente e senza pietà, anche dopo la morte. È stato ucciso da chi, purtroppo, non voglio chiamare essere umano.
La donna, sconvolta, ha aggiunto: Era un cane buonissimo, affettuoso, dolce e intelligente, più di chi l’ha ammazzato. Si fidava delle persone e questo è stato il suo più grave errore. Non è stato ucciso dal morso di un cane o da un’auto, ma da una bestia: l’uomo. È stato massacrato dall’ignoranza e da una cattiveria senza limiti, difetti che contraddistinguono questo paesino di poco più di 1000 abitanti. Io mi auguro che il colpevole soffra quanto sto soffrendo io in questo momento e che paghi per aver lacerato la mia famiglia. Nulla servirà a riportare indietro il mio cane, ma spero di potergli rendere onore divulgando questa tragedia. La mia famiglia ed io continueremo a batterci perché la verità, un giorno o l’altro, salti fuori.
Sul caso stanno indagando i Carabinieri e le Guardie Zoofile dell’ENPA e si spera che il responsabile di questo efferato atto di violenza sia al più presto identificato e inchiodato alle proprie responsabilità, scontando il massimo della pena prevista dalla legge. In una nota rilasciata dall’Ente Nazionale Protezione Animali si legge: Da chiarire, in particolare, perché l’uccisore di Aro abbia infierito in un modo così riprovevole sul povero cane; cosa abbia scatenato tanta violenza. Dopo il cane Angelo, barbaramente torturato e ucciso a Sangineto e il cane Jazz, che ‘prestava servizio’ come pet therapist presso una casa di riposo di Menconico e che è stato avvelenato, è il turno del povero Aro, il cui corpo – come riferiscono fonti di stampa locale – è stato trovato dal proprietario nel Comune di Colorina, in provincia di Sondrio.
La nota continua: Ma il cane Aro neanche da morto ha trovato pace, poiché la brutalità del suo aguzzino non si è fermata neanche di fronte al suo corpo esanime, violato una seconda volta da una furia inumana. La piaga dei crimini contro gli animali trascende, evidentemente, il singolo caso e segnala come nel nostro Paese, che negli ultimi anni ha comunque compiuto grandi progressi sul versante del rispetto e della tutela per gli esseri viventi non umani, vi sia ancora una situazione di emergenze legate a crudeltà, violenza e maltrattamenti.
Carla Rocchi, Presidente dell’ENPA, ha affermato: Comportamenti criminali che, a loro volta indicano, in chi se ne rende responsabile una forte pericolosità sociale e una altrettanto pronunciata tendenza a reiterarli, anche sulle persone. Del resto, esiste su questo una vasta e documentata letteratura scientifica. C’è un’emergenza e va affrontata, anche a livello istituzionale. E la soluzione passa inevitabilmente anche da un inasprimento delle pene per i reati contro gli animali, a cominciare dalla eliminazione dell’improvvido provvedimento sulla cosiddetta tenuità del fatto.
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