Anche la popolare conduttrice Licia Colò si è schierata dalla parte dei cani del canile di Palermo. E tramite un appello Facebook ha chiesto di fermare la deportazione degli animali. E finalmente lo stop del Comune è arrivato
Gli appelli, i sit-in degli animalisti, le richieste di fare chiarezza. Giorni di proteste cadute nel vuoto. Il Comune di Palermo è andato dritto per la propria strada e non ha ritenuto opportuno spiegare cosa sarebbe accaduto ai circa 90 cani trasferiti per “motivi di ristrutturazione”. E se le istituzioni non si sono mosse, nonostante le richieste di grandi associazioni come Lega del cane, Lav (Lega anti vivisezione) ed Enpa (Ente nazionale protezione animali), il “rumore” generato dalla situazione siciliana è giunto pure orecchie di Licia Colò, nota conduttrice tv, nonché grande animalista.
A questo punto, Licia realizza un video sul suo profilo Facebook, dove usa parole forti, in cui si capisce che il timore di cittadini e volontari è lo stesso: che i cani sfortunati siano stati venduti (la cifra pare essere sopra i 480 euro ciascuno, ndr.) addirittura per essere utilizzati come cavie per i test sulla vivisezione. In poco tempo, il filmato guadagna oltre 2 milioni di visualizzazioni e viene condiviso migliaia di volte. Ed ecco che, quasi magicamente, arriva il dietro front del sindaco palermitano, Leoluca Orlando.
“Giorni e notti di presidio da parte di attivisti e simpatizzanti davanti al canile comunale di Palermo hanno portato al risultato sperato: il sindaco Leoluca Orlando ha fatto dietro-front, il trasferimento dei cani in una struttura privata è stato bloccato, come anche l’affido a un’associazione non riconosciuta e discussa”. Si legge in una nota della Lega nazionale del nane che, assieme ad altre associazioni animaliste, chiede di partecipare al tavolo con la prefettura, Regione e Comune in merito al destino dei 4 zampe. Scrive ancora la Lega del cane: “Ricordiamo che, al fine della ristrutturazione del canile, il Comune di Palermo ha assegnato un appalto di ben 2 milioni di euro a una ditta che si dovrà occupare dell’esecuzione dei lavori. Fin qui tutto bene, se non vogliamo considerare l’importo dell’appalto che a prima vista sembrerebbe eccessivo visto che con quella cifra si potrebbero realizzare ex novo all’incirca sette canili, anziché uno. Per avviare i lavori, però, il Comune di Palermo deve far ’sgomberare’ il canile dagli animali che vi sono ospitati – si legge nel comunicato – Per farlo ha tentato la strada della, diciamo così, adozione incentivata: 480 euro per ogni cane adottato”.
Tale iniziativa è stata fortemente criticata e osteggiata dalle principali associazioni animaliste nazionali e siciliane. “Tuttavia, l’amministrazione comunale ha deciso ugualmente di affidare i cani a una associazione locale, non riconosciuta a livello regionale – a fronte della suddetta cifra. I cani, tramite questa associazione, sarebbero stati trasferiti proprio in questi giorni presso una struttura della provincia di Ragusa già nota alle cronache”. Ma, vale la pena dirlo, questa volta anche grazie alla Rete tutto ciò è stato fermato. Speriamo solo che si arrivi presto a una giusta conclusione per una vicenda tutt’altro che limpida…
Photo Credits Facebook
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