La trasmissione televisiva “Le Iene” ha dedicato un servizio al gatto seviziato e scuoiato vivo a Beata di Pian Camuno, in provincia di Brescia. La proprietaria del micio ha raccontato i macabri dettagli della vicenda e ha lanciato un appello affinché gesti simili non si ripetano mai più.
Le Iene, nella puntata del 26 marzo 2017, hanno dedicato un servizio al gatto scuoiato vivo a Beata di Pian Camuno, in provincia di Brescia, lo scorso febbraio. Un caso di agghiacciante di crudeltà, che è giunto alla cronaca dopo che la proprietaria ha avuto la forza di denunciare l’accaduto. Il gatto, di nome Ghisby, è stato scorticato vivo. Al suo rientro a casa lo ha trovato nel cortile di casa in un lago di sangue dopo essere stato sottoposto a brutali sevizie. Purtroppo, le ferite erano erano così gravi e la sofferenza così atroce che è stato necessario ricorrere all’eutanasia.
A Le Iene la donna ha raccontato: È successo che, tornando a casa, mi sono ritrovata uno dei mici ferito in modo atroce, era stato scorticato, era stato spellato. L’ho trovato ancora vivo che mi chiedeva aiuto, è stato atrocissimo. Sono corsa dal veterinario, che mi ha detto che non c’era nulla da fare, che il gatto non poteva sopravvivere neppure con interventi specializzati e l’abbiamo soppresso. Poi ho chiamato l’ASL e ho chiesto di fare un’autopsia.
I risultati dell’autopsia sono stati i seguenti: La carcassa presenta un’ampia area priva di cute e sottocute, asportazione netta della coda ed esposizione del retto. L’asportazione della cute si presenta a margini netti. Lesioni compatibili con l’azione di un tagliente. Il referto dunque conferma che le ferite del gatto sono state procurate da un’arma da taglio e non vi è dunque alcun dubbio che a compiere questa atrocità sia stata la mano dell’uomo.
Tutti i sospetti sono concentrati su un vicino di casa, che aveva minacciato apertamente la proprietaria del gatto, come riportato nella denuncia presentata dalla donna: Nei giorni precedenti al fatto, esattamente 25 gg, sono stata minacciata da un vicino, che si esprimeva dicendomi che se rivedeva il gatto nel cortile ne avrebbe fatto fine. Un messaggio molto chiaro, che non lascia molto spazio ai dubbi sul chi possa essere stato l’autore dell’efferato gesto. Il vicino è inoltre un cacciatore, dunque, come dichiarato dalla proprietaria: Uno che sa scuoiare un animale.
Il veterinario che ha soccorso il gatto ha dichiarato: In 17 anni di lavoro non ho mai visto un gatto vivo con quelle lesioni, veramente sconvolgenti. È sconvolgente che un essere umano possa aver fatto una cosa del genere. Spero che questa persona, in base a ciò che dice la legge, venga punita. Purtroppo però senza prove di flagranza, è molto difficile che il responsabile del gesto sia punito. Per questo la proprietaria di Ghisby ha voluto lanciare il suo appello in televisione, affinché questo atroce gesto non resti impunito e soprattutto affinché non possano più ripetersi azioni simili: Spero che molte persone in cuor loro capiscano che non è un appello per un gatto, ma per far sì che queste malvagità non accadano più.
Secondo accreditati studi in campo psicologico, chi compie crudeltà così estreme sugli animali è pericoloso anche per le persone, come confermato dallo Prof. Francesco Rovetto, intervistato da Le Iene, che, in merito a un potenziale identikit del responsabile di tanta crudeltà, ha affermato: Le persone che compiono questo genere di azioni sono persone che hanno un profondo senso di inferiorità e cercano qualcuno di più debole e più fragile su cui rivalersi. Si tratta probabilmente un uomo che non ha un circuito affettivo valido, un uomo che non ha avuto un estremo successo nella vita e che quindi è pieno di rancore verso gli altri, che non ha una grande stima di sé. Non può essere un uomo tanti vecchio perché magari non avrebbe la forza ma direi, dalla crudeltà espressa, che si tratti di un uomo maturo. Le possibilità che una persona che compia un gesto del genere su un animale poi lo compia anche su un essere umano sono molto ampie.
È dunque di estrema importanza che siano applicate misure molto più severe contro chi si macchia di tali atrocità e che sia dato spazio alle riforme costituzionali proposte a tutela dei diritti animali, che li riconoscano come “esseri senzienti”.
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