“Caro amico ti scrivo…” è la nuova rubrica dedicata ai quattro zampe (e non solo) e ai loro proprietari. È uno spazio in cui i nostri lettori ogni settimana potranno inviarci foto e video dei loro amici animali (nessuna specie esclusa) e raccontarci le loro storie e i loro aneddoti, oppure semplicemente inviare, insieme alle immagini e ai filmati, un pensiero, una frase o una dedica per il proprio amato peloso.
Questa settimana, per la nostra rubrica “Caro amico ti scrivo”, abbiamo una testimonianza davvero toccante, inviataci da Silvia, che ha scritto una lunga e commovente lettera dedicata al suo Noah, un bellissimo Levriero Rescue salvato da una perrera spagnola. Si tratta di un messaggio molto importante, che fa comprendere tutta la sofferenza degli animali detenuti nelle perreras e l’importanza di adottarli per salvarli da un destino di crudeltà e di morte certa.
Non ho mai amato i cani, anzi ne ero terrorizzata già dall’infanzia. Quando mio marito Claudio mi ha proposto di accogliere in casa un cane, ho avuto una reazione profondamente negativa. Vedevo la mia bella e nuova casa devastata, alla mercé di un essere distruttivo, rumoroso, invadente, un impegno giornaliero che proprio non volevo in una vita, che credevo già piena di affetti, amicizie ed interessi. Andavo disperata da amici e colleghi a sfogarmi… “Se proprio lo vuole, io non farò nulla, deve occuparsene solo lui dicevo di mio marito”. Lui insisteva, io titubavo, per non dire di peggio… Poi ho letto alcuni articoli su questi Levrieri Rescue ed ho deciso di lanciarmi in questa avventura e, come una mamma in attesa, ho preso un bel cuore con inciso il nome di Noah e i nostri numeri di telefono, ho comprato crocchette e biscottini, prodotti di igiene, giochini, pelouche, collare, guinzaglio, pettorina, ho fatto preparare una bella mangiatoia e finalmente è arrivato il 24 maggio 2015, giorno in cui a Varese sarebbe arrivato dalla Spagna il furgone con i cani in adozione…
Non sapevo come avvicinarmi, il cane era sudicio, magro e pieno di ferite. Poi lui è sceso dal furgone, Claudio gli è andato incontro e gli ha messo il collare ed il guinzaglio e lui ci ha guardato con quegli occhi grandi, espressivi e profondi che chiedevano soltanto sicurezza e affetto, si è fidato subito di noi ed è salito in macchina per intraprendere il viaggio fino a Roma. Da quella data il tempo è volato… e da pochi giorni abbiamo festeggiato i suoi tre anni di vita e quasi due insieme a noi, nei quali non c’è stata occasione in cui lui non ci abbia dimostrato tutto il suo affetto e la sua gratitudine. L’abbiamo portato a casa quando aveva già un anno e mezzo circa. Noah è nato in Spagna… non conosciamo la sua storia… sicuramente triste e di maltrattamenti, per non aver onorato il cacciatore che lo possedeva dandogli dei risultati stupefacenti nella caccia alla lepre… E ci avrà lavorato e investito davvero molto, perché lui è un levriero con un fisico statuario e dei bellissimi muscoli sulle zampe che sembrano scolpiti.
Non conosciamo il motivo per cui è stato abbandonato o sia scappato, ma sappiamo che il suo ultimo periodo in Spagna prima che noi lo adottassimo era la vita nella perrera. Si tratta di canili municipali spagnoli sovraffollati e sudici, dove i cani sono affamati e deprivati e vengono stivati in piccole gabbie in attesa della morte, convinti di trovarsi lì forse per una punizione che finirà presto, ma passeranno i giorni e la solitudine insieme ai maltrattamenti si trasformeranno in disperazione, perché nessuno tornerà mai a prenderli. Non sapremo mai se Noah ricorda ancora quei tristi momenti… spesso nel sonno ha degli incubi, ma da quando vive nella nostra casa è sereno e molto amato e coccolato, si merita tutte le nostre attenzioni perché è ubbidiente, silenzioso, amorevole, non fa danni né sporca in casa, mangia tutto, prende tutte le medicine senza divincolarsi, si adatta a tutte le situazioni, è buono in viaggio, al ristorante e in qualunque posto lo conduciamo e con gli altri cani è sempre calmo e docile e non abbaia mai.
Al parco è uno spettacolo vederlo correre libero e felice, veloce come una freccia. È un piacere guardarlo giocare e galoppare. In acqua al mare è buffissimo perché salta come un canguro. Ama le comodità del divano, il letto e la sua cuccia ricavata nello spazio destinato ad un finto camino, dove ora lo accoglie un morbidissimo cuscino. Il suo gioco preferito sono i suoi numerosi pelouche tutti tenuti con cura perché non li strappa e non li sporca. È un cane di una sensibilità ed intelligenza straordinaria, capisce tutto subito anche, se tende disubbidire quando sente profumo di cibo e di picnic. Forse quando è stato randagio i rifiuti erano la sua unica fonte di sopravvivenza. Purtroppo i primi mesi dopo l’adozione non sono stati molto facili, Noah è arrivato sottopeso, con delle infezioni intestinali, una brutta dermatite, la coda ed il muso con delle ferite aperte, aveva la febbre alta. Abbiamo fatto tutte le indagini e gli accertamenti e possibili e somministrato tutte le cure necessarie, compresi tutti i vaccini.
Dopo alcuni mesi ha cominciato a prendere peso, ora, dopo un anno e mezzo, è in forma ed è bellissimo. Purtroppo le cicatrici sul muso gli sono rimaste, utili a ricordarci tutte le sofferenze e le privazioni che ha subito nella perrera, dove nessuno poteva sentire il suo dolore, la mancanza di cibo ed acqua e le sue ferite mai curate. Si pensa genericamente che sia più facile educare un cucciolo, invece penso che la sfida più bella sia adottare un cane adulto, perché con il passare del tempo il legame si solidifica ogni giorno di più fino a diventare un amore indissolubile.
Credo che l’essere che ci vuole più bene al mondo è il nostro cane. Non ho mai avuto un cane prima di Noah e non avrei mai creduto che l’amore reciproco che ci si dona fosse davvero infinito e talvolta commovente; un rapporto di fedeltà ed amore così esclusivo che risulta inimmaginabile finché non si prova sulla propria pelle! Mi rivolgo a chi ha paura di non essere all’altezza, a chi pensa che prendere in casa un cane possa sconvolgere la sua vita, a chi pensa che i cani siano soltanto degli animali da tenere a distanza o liberi in campagna, vi assicuro che hanno tanto amore da donare perché ti fanno sentire un essere speciale, sono di compagnia straordinaria, fanno socializzare, stimolano a fare attività fisica, ogni viaggio con loro diventa un’avventura speciale e tutti i momenti della vita diventano migliori…
Noah è in Italia soprattutto grazie al lavoro ed alla costanza dei volontari dell’Associazione “Progetto Animalista per la Vita” che da anni si adoperano per salvare questi cani che vivono in Spagna e anche al sostegno dei volontari Marco e Donatella che ci hanno incoraggiato ed accompagnato con la loro auto fino a Milano a prendere Noah. Io ero impaurita ed impreparata, avevo il terrore di non sapermi occupare di un cane anche grande che poteva avere seri problemi di carattere o di salute. Per me il mondo canino e il volontariato per salvare i cani era una realtà sconosciuta. Grazie all’Associazione “Progetto Animalista per la Vita” e a loro due ho vissuto una delle più emozionanti esperienze che si possano vivere adottando un cane! Noah ha 5000 amici su Facebook, è molto seguito su Instagram, è diventato la mascotte del nostro quartiere e amico dei fornai e ristoranti che gli riservano sempre attenzioni ed un piccolo spuntino! Ovunque andiamo troviamo affetto e simpatia, perché questi cani salvati suscitano interesse e considerazioni speciali…
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