Da oggi chi stressa o compromette la psicologia degli animali sarà punibile penalmente. Lo ha stabilito una sentenza della Corte di Cassazione.
La violenza sugli animali non consiste soltanto nel fare del male fisico ma anche nel procurare loro stress psicologico e sofferenze psichiche. A tal proposito la Corte di Cassazione ha stabilito con una sentenza che sancisce che chi compromette in qualsiasi modo lo stato psicologico degli animali sarà punibile penalmente. Già lo scorso 07/12/2016 la Cassazione aveva reso noto, in una precedente sentenza, che il reato di maltrattamento di animali comprende: Non solo le sevizie, le torture o le crudeltà caratterizzate da dolo, ma anche quei comportamenti colposi di abbandono e incuria che offendono la sensibilità psico–fisica degli animali quali autonomi essere viventi, capaci di reagire agli stimoli del dolore come alle attenzioni amorevoli dell’uomo.
In seguito a quest’ultima sentenza (N. 10009/17), emessa in data 01/03/2017 una donna è stata punita penalmente per aver rinchiuso dei gatti in un magazzino. La donna, non solo ha infranto l’articolo 727 del Codice Penale che condanna chiunque abbandoni gli animali, ma ha anche alterato l’equilibrio psichico degli gatti, i quali vivevano rinchiusi in uno spazio angusto e in condizioni igieniche critiche. I gatti sono infatti apparsi fortemente stressati e terrorizzati dalla presenza degli ispettori della ASL che li hanno prelevati.
Inutili sono stati i tentativi di difesa della donna, che ha sottolineato che i gatti non avessero malattie o problemi fisici, poiché, secondo quest’ultima sentenza: Non è necessario che l’animale riporti una lesione all’integrità fisica, potendo la sofferenza consistere anche soltanto in meri patimenti, la cui inflizione sia non necessaria in rapporto alle esigenze della custodia e dell’allevamento dello stesso. L’aver detenuto i suoi gattini in uno spazio troppo ristretto e privo di adeguate condizioni igieniche costituisce, secondo il Codice Penale, una negazione delle condizioni che rispecchiano la natura degli animali, e chiunque detenga animali in condizioni simili potrà essere punito con un’ammenda fino a 10.000 euro o con la reclusione fino a un anno.
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