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Allarme estinzione: entro la fine del secolo metà delle specie potrebbero non esistere più

Sono molto allarmanti i dati emersi nel corso della conferenza svoltasi a Roma sull’estinzione biologica. Secondo quanto è emerso da diversi studi oltre il 50% delle specie presenti sul pianeta è destinata a scomparire entro la fine del secolo, con gravissime conseguenze per tutta l’Umanità.

Si è svolta il 2 marzo 2017, presso la Sala Stampa della Santa Sede a Roma, la Conferenza sul tema Estinzione biologica. Come salvare l’ambiente naturale da cui dipendiamo, organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze e dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Alla conferenza stampa sono intervenuti il Mons. Marcelo Sánchez Sorondo, Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali; il Prof. Werner Arber, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze; il Prof. Peter Hamilton Raven, Accademico della Pontificia Accademia delle Scienze e il Prof. Partha Sarathi Dasgupta, Accademico della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, oltre a un team di biologi, etologi e studiosi dell’Ambiente.

I dati emersi in sede di conferenza e nel corso del seminario svoltosi presso la Casina Pio IV in Vaticano dal titolo L’estinzione è per sempre: come evitarla sono davvero allarmanti: il 50% delle specie esistenti sul pianeta potrebbe essere estinta entro la fine di questo secolo. I partecipanti, sulla base del confronto della documentazione fossile, hanno concluso che l’attuale perdita di specie è di circa 1000 volte il tasso storico. Attualmente sarebbero in pericolo di estinzione un quarto di tutte le specie e la metà di esse potrebbe estinguersi entro la fine del secolo corrente. Dal momento che dipendiamo dagli organismi viventi per il funzionamento del nostro pianeta, tali perdite causeranno danni incalcolabili per il nostro futuro a meno che non siano tenute sotto controllo.

Siamo a conoscenza solo dell’esistenza di meno di un quinto delle specie che stimiamo popolino il mondo. Stiamo perciò sprecando un potenziale sconosciuto e mettendo a repentaglio i meccanismi fondamentali del nostro pianeta. Secondo i relatori: Il tessuto vivente del mondo sta letteralmente scivolandoci via tra le dita e sembra non ce ne importi nulla. Secondo quanto dichiarato dal Prof. Peter Raven del Missouri Botanical Garden: All’inizio del prossimo secolo la prospettiva è quella di aver perso metà delle specie animali e vegetali. Eppure facciamo affidamento sulle altre creature viventi per sostenere noi stessi. È spaventoso. Le estinzioni che stiamo affrontando espongono la civiltà umana a una minaccia ancora più grande di quella rappresentata dal riscaldamento globale per il semplice fatto che sono totalmente irreversibili.

I Paesi sviluppati dell’Occidente stanno consumando le risorse del pianeta e distruggendone gli ecosistemi a un ritmo mai registrato prima ha affermato il biologo Paul Ehlrich, della Stanford University in California Vogliamo costruire autostrade sul Serengeti per raggiungere sempre più minerali rari per i nostri telefoni cellulari. Peschiamo tutto il pesce dal mare, distruggiamo le barriere coralline e riempiamo l’atmosfera di anidride carbonica. Abbiamo dato vita a una vera e propria estinzione di massa. La domanda è: come la fermiamo ora? Un interrogativo su cui varrebbe la pena spendere una riflessione profonda, per il futuro dell’Umanità e dell’intero Pianeta Terra.

Photo Credits: Twitter

 

Lorena Coppola

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