Da oggi tutti potranno richiedere la Doggy Bag al ristorante, ossia potranno legittimamente usufruire del servizio anti–spreco per portare via gli avanzi di cibo dopo un pasto al ristorante, da destinare ai propri animali.
Una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che è del tutto regolare, dopo aver consumato un pasto al ristorante, chiedere gli avanzi di cibo per poterli dare al proprio cane, ossia chiedere la cosiddetta Doggy Bag. Secondo la Cassazione chiunque si opponga a tale richiesta incorre in ciò che viene definita giuridicamente “una lesione di regole comunemente accettate nella civile convivenza”. La sentenza nello specifico si riferisce ad un episodio accaduto in Tentino, dove un uomo, originario del Friuli, si vide rifiutare la sua richiesta di avere la Doggy Bag dal titolare del ristorante dell’albergo dove alloggiava.
La vicenda finì in un alterco durante il quale volarono degli insulti, per le quali l’uomo era stato querelato dall’albergatore. La Cassazione ha assolto l’uomo da tale reato di ingiuria, motivando la decisione col fatto che la sua era stata: un’immediata reazione ai disservizi subiti ed all’imposizione di regole non ragionevoli, ritenute pretestuose e ingiuste dall’imputato, e perché aveva agito nello stato d’ira determinato dal fatto ingiusto altrui. Da oggi in poi dunque chiunque potrà richiedere la propria Doggy Bag e nessuno potrà opporsi. Ma che cos’è nello specifico la Doggy Bag? È un servizio anti-spreco nato dall’idea di richiedere un contenitore per poter portare a casa il cibo avanzato durante il proprio pasto al ristorante per poterlo dare al proprio cane (da qui la parola “doggy”).
La Doggy Bag fece scalpore in Italia già occasione dei lavori del G8 a Roma, quando Michelle Obama chiese appunto di portare via gli avanzi del suo pasto. L’idea infatti segue l’esempio degli Stati Uniti e di molti paesi anglosassoni. Tuttavia, mentre negli altri paesi richiederla è una prassi che non sconvolge nessuno, in Italia, prima della summenzionata sentenza emessa dalla Corte di Cassazione, è considerata una pratica inusuale e poco ben vista. Ma in fondo perché sprecare cibo che può essere gustato dai nostri quattro zampe?
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