Una giovane donna avrebbe voluto portare il suo cane con sé in chiesa il giorno delle nozze, ma la risposta del parroco è stata un secco e categorico no.
Chi ama gli animali non vorrebbe separarsene mai, soprattutto nei momenti più significativi della esistenza. Un animale è come un figlio, diventa parte integrante della famiglia a tutti gli effetti, come non desiderare averlo accanto a sé nel giorno più importante della vita? Ed è esattamente questo il desiderio che ha espresso una coppia che doveva sposarsi nella Chiesa di San Giuseppe a Chiaia a Napoli. Quando la futura sposa è andata a parlare con il parroco per comunicare questa sua volontà, quest’ultimo ne è stato talmente inorridito da avere una reazione incontrollata: Mi ha detto che era l’affetto più caro che aveva e che lo voleva con sé all’altare in un momento così importante della sua vita. Non posso dire cosa ho risposto. Diciamo solo che dopo mi sono dovuto confessare. E non credo proprio che quelle persone, una madre con sua figlia, torneranno nella mia chiesa. Non sono stato diplomatico nel dire no.
L’episodio è rimbalzato all’attenzione della cronaca sollevando un’ondata di inevitabili polemiche, incentrate soprattutto sul fatto che troppo spesso i sacerdoti si rendono artefici di gravi episodi di intolleranza verso gli animali che sono comunque creature del Signore e parte del Creato. Come si legge in più punti nelle Sacre Scritture, gli animali sono esseri da amare e proteggere. Il Cantico di Daniele (Dn 3,81) recita: Benedite opere tutte del Signore il Signore. Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici. Secondo Papa Paolo VI: Gli animali sono la parte più piccola della Creazione divina, ma noi un giorno li rivedremo nel mistero di Cristo e San Francesco è stato un grande esempio di questo messaggio di amore per gli animali: Laudato sie, mì Signore cum tucte le Tue creature. Un messaggio troppo spesso dimenticato.
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