Nella rubrica settimanale di Velvet Pets un esperto potrà risolvere i dubbi sulla salute dei vostri amici a quattro zampe. Questa settimana parleremo della FIV, ossia della sindrome di immunodeficienza felina.
La FIV, meglio conosciuta come immunodeficienza felina, è un virus appartenente alla famiglia dei Retroviridae ed è paragonabile all’HIV (virus dell’immunodeficienza umana). Questa malattia infettiva può colpire qualsiasi razza felina e di qualsiasi età. Il contagio tra gatti avviene con il contatto diretto di saliva o sangue e il virus colpisce i globuli bianchi. I gatti randagi sono quelli più esposti a questo genere di malattia, in particolare i maschi, poiché durante i combattimenti per proteggere il territorio tendono a mordersi a vicenda.
SINTOMI
La sintomatologia della FIV può essere silente anche per mesi o anni dal momento del contagio. Col tempo il gatto continua a perdere sempre più le difese immunitarie e, se la malattia diventa conclamata, i segni clinici più comuni sono:
Anemia
Inappetenza
Debolezza
Diminuzione del peso corporeo
Febbre
Stomatite
Gengivite
DIAGNOSI
La diagnosi della FIV avviene attraverso le analisi del sangue che saranno utili per identificare gli anticorpi. Si tratta di un esame che va ripetuto più volte, poiché vi sono molte probabilità di falsi negativi.
TRATTAMENTO E PRECAUZIONI
Non esiste una cura particolare per debellare la patologia e le aspettative di vita di un gatto FIV positivo possono variare dai 2 ai 5 anni. Se le analisi del sangue confermano la presenza del virus, il gatto deve essere sterilizzato per evitare di trasmettere la malattia ai cuccioli in caso di gravidanza e non deve essere esposto agli ambienti esterni, poiché, a causa della totale assenza di difese immunitarie, anche il più lieve malanno potrebbe essere fatale. Inoltre, il gatto affetto dal virus deve assolutamente essere isolato dagli altri gatti per evitare il contagio diretto.
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